Va anche precisato che Olivetti non era il “buon padrone”, il “mecenate paternalistico” come tanti andavano dicendo allora e continuarono a ripetere in seguito. Olivetti non “proteggeva” gli uomini di cultura: era egli stesso un uomo di cultura.
Fu, forse, l’unico esempio d’industriale italiano che riconobbe sempre alle attività culturali (libere, umanisticamente intese, non asservite al tecnicismo) un ruolo primario. Ne è testimonianza l’impulso che egli diede alle biblioteche di fabbrica e periferiche, alle espressioni culturali comunitarie (teatri, concerti, letture, seminari, discussioni pubbliche, mostre d’arte), alle scuole e, soprattutto, agli studi urbanistici, dei quali fu un autentico grande pioniere.
Come imprenditore, come tecnico fu costantemente un maestro. Credeva fermamente in una funzione attiva degli intellettuali: nell’industria e, insieme, nel progetto sociale di una comunità di cui l’industria fosse momento propulsore. Amò sempre circondarsi di giovani ingegni, vivi e promettenti, e correre il rischio di stimolarli per fare di loro strumenti del nuovo lievito sociale per il quale, come politico, si batteva.
Il ‘catalogo’ dei collaboratori di tipo un po’ speciale – ognuno con una sua responsabilità aziendale – di cui quell’imprenditore di tipo molto speciale amò circondarsi rischia di risultare largamente incompleto: architetti come Ludovico Quaroni e Bruno Zevi, economisti come Franco Momigliano e Giorgio Fuà, sociologi come Luciano Gallino, Alessandro Pizzorno e Roberto Guiducci, psicologi come Cesare Musatti e Francesco Novara, poeti come Leonardo Sinisgalli e Franco Fortini, scrittori come Ottiero Ottieri, Paolo Volponi, Giancarlo Buzzi, Antonio Cossu e Libero Bigiaretti, saggisti e critici letterari come Umberto Serafini, Cesare Mannucci, Riccardo Musatti, Geno Pampaloni e Renzo Zorzi, giornalisti quali Tiziano Terzani, Lorenzo Camusso e Furio Colombo. Molte le presenze importanti nel campo del design: da Sinisgalli a Giovanni Pintori a Egidio Bonfante a Marcello Nizzoli a Ettore Sottsass jr., per tacere di altri collaboratori tra i maestri della grafica mondiale: Saul Steinberg, Raymond Savignac, Jean-Michel Folon, Milton Glaser.
*** Bruno SEGRE, 1930, sociologo, docente, saggista, studioso della storia degli ebrei, Adriano Olivetti. Un umanesimo dei tempi moderni, Imprimatur, 2015
In Mixtura, 1 altro contributo di Bruno Segre qui
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