giovedì 11 giugno 2015

#SPOT #SPILLI / Opportunità: dire sempre sì? (M. Ferrario)


Se qualcuno ti offre una opportunità straordinaria
e tu non sei sicuro di saperla realizzare, di' di  sì: 
imparerai in un secondo momento come realizzarla
(dal web, via linkedin)

Un invito a nozze per la razza mai in estinzione dei consulenti cialtroni. 
O dei manager Io-so-tutto: che confondono l'essere generalisti con l'essere generici e dicono sempre anche quando dovrebbero dire no (o, per lo meno, ni).

Certo che se il lavoro è nuovo, si impara anche facendolo. E l'imparare è un costo che pagano tutti: chi impara una cosa che ancora non sa (paga quanto meno in termini di impegno richiesto da uno sforzo non routinario e magari anche, sul piano psicologico, di ansia conseguente) e chi è destinatario del lavoro nuovo. Costui infatti può ritrovarsi con un risultato meno consolidato dall'esperienza e con un livello di eccellenza inferiore a quanto potrebbe attendersi da chi avesse maturato competenze comprovate.

Ma c'è una soglia oltre la quale l'assenza, o la eccessiva debolezza, di competenze e di esperienza, dovrebbe far dire di no. 
E se si tratta di un consulente 'serio' (un aggettivo che io riterrei pleonastico se non conoscessi come va il mondo), nulla impedisce, anche allo stesso consulente, di indicare chi è competente al posto suo.

Utopia? Qualcuno la pratica.
Perché non ci sono solo opportunità. C'è anche una cosa che spesso viene dimenticata. E si chiama etica. O, più semplicemente, se siamo allergici a tutto ciò che rimanda al tema dei doveri e abbiamo occhi che vedono moralismo dappertutto, chiamiamola professionalità.

Già, professionalità. Una parola tanto abusata che, usandola, pare di muovere aria fritta. 
Invece ha corpo e sostanza. Se lo si vuole. 
E tra i suoi contenuti, se ce la mettiamo, c'è appunto, anche, l'etica. Che non ti fa dire di sì a tutte quelle che, per te, sono opportunità straordinarie.
Ma non lo sono per l'altro. 

*** Massimo Ferrario, Opportunità: dire sempre sì?, per Mixtura

2 commenti:

  1. Una tantum spezzo una lancia a favore di R. Branson, poiché le opportunitá non sono mai regalate, tanto meno se sono "straordinarie". Chi le "offre" , se non é un pazzo, ha ponderato anche troppo bene il rapporto costi/ benefici pro domo sua. Pro domo mea il SI lo darei per scontato. Se é veramente una opportunità per sé e non per chi te la propone...

    RispondiElimina
  2. No Paolo. Stavolta non concordo. Le opportunità 'straordinarie' sono nel vissuto di chi le coglie, non di chi le offre: chi le offre può considerarle del tutto 'normali'. E comunque: certo che la valutazione della adeguatezza all'incarico è anche di chi lo propone. Ma questo non toglie che l'interessato, se sa di non essere a sufficienza adeguato, al punto da mettere a rischio il risultato, 'debba' dire di no. E non dire di sì solo perché ingolosito dall'offerta (di contenuto o 'economica'). Dunque ribadisco: l'etica è un problema suo. Se è etico. Altrimenti è un cialtrone.

    RispondiElimina