in una sola città,
in un solo paese,
in un solo universo,
vivere in un solo mondo
è prigione.
Amare un solo amico,
un solo padre,
una sola madre,
una sola famiglia,
una sola persona
è prigione.
Conoscere una sola lingua,
un solo lavoro,
un solo costume,
una sola civiltà,
conoscere una sola logica
è prigione.
Avere un solo corpo,
un solo pensiero,
una sola conoscenza,
una sola essenza,
avere un solo essere
è prigione.
*** Ndjock NGANA, 1952, poeta camerunense di lingua basaa, Prigione (Mok), dalla quarta di copertina della ‘Rivista di psicologia analitica’, n. 67/2003, numero dedicato a 'Fondamento, fondamentalismo', Vivarium, Milano.
Anche in 'losguardopoIetico', n. 4, 16dic12, http://twl.sh/Sy21Ti
oltre all'apprezzamento per questa splendida poesia, mi viene come suggerimento conseguente della lettura di esprimere che:
RispondiEliminadiversità non è prigione,
leggere non è prigione,
la conoscenza è libertà.
grato per lo sguardo
Francesco
Condivido e ti ringrazio, Francesco.
RispondiEliminaLa diversità è come l'aria. Senza, manca il respiro: si muore.
Senza, mancano i pensieri.
Perché un unico pensiero non è pensiero. Se mai è slogan.
Piace senz'altro ai ceti dominanti.
Può piacere anche a chi è dominato: e preferisce essere suddito, anziché cittadino.
Il pensiero (quasi)unico rassicura tutti. Che si sentono in tanti.
E non fa fare sforzi.
Direi che 'infantilizza'. Ma sarebbe un insulto. Ai bambini.