mercoledì 7 gennaio 2015

#SGUARDI POIETICI / Prigione (Ngana Ndjock)

Vivere una sola vita, 
in una sola città,
in un solo paese,
in un solo universo,
vivere in un solo mondo
è prigione.

Amare un solo amico,
un solo padre,
una sola madre,
una sola famiglia,
una sola persona
è prigione.

Conoscere una sola lingua,
un solo lavoro,
un solo costume,
una sola civiltà,
conoscere una sola logica
è prigione.

Avere un solo corpo,
un solo pensiero,
una sola conoscenza,
una sola essenza,
avere un solo essere
è prigione.

*** Ndjock  NGANA, 1952, poeta camerunense di lingua basaa, Prigione (Mok), dalla quarta di copertina della ‘Rivista di psicologia analitica’, n. 67/2003, numero dedicato a 'Fondamento, fondamentalismo', Vivarium, Milano. 
Anche in 'losguardopoIetico', n. 4, 16dic12, http://twl.sh/Sy21Ti

2 commenti:

  1. oltre all'apprezzamento per questa splendida poesia, mi viene come suggerimento conseguente della lettura di esprimere che:

    diversità non è prigione,
    leggere non è prigione,
    la conoscenza è libertà.

    grato per lo sguardo
    Francesco

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  2. Condivido e ti ringrazio, Francesco.
    La diversità è come l'aria. Senza, manca il respiro: si muore.
    Senza, mancano i pensieri.
    Perché un unico pensiero non è pensiero. Se mai è slogan.
    Piace senz'altro ai ceti dominanti.
    Può piacere anche a chi è dominato: e preferisce essere suddito, anziché cittadino.
    Il pensiero (quasi)unico rassicura tutti. Che si sentono in tanti.
    E non fa fare sforzi.
    Direi che 'infantilizza'. Ma sarebbe un insulto. Ai bambini.

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