C’è un modo di pensare, nell’italiano, che è ancora fascista: piace la prevaricazione, la sopraffazione. È un virus mutante, come quello dell’influenza. Si fa il vaccino e già il virus è cambiato. Noi italiani, è sgradevole dirlo, non amiamo i politici che ragionano e agiscono onestamente. Ferruccio Parri, un uomo mite, onesto, era appena stato nominato presidente del Consiglio e già tutta l’Italia lo chiamava ’Fessuccio’. Non piacciono, all’italiano, le persone dimesse: bello il luccicore delle divise, bella la parola tonante. Berlusconi no, non è un fascista. Ma ha un modo di proporsi, da gerarca, che piace molto perché è speculare a una certa mentalità italiana. I giudici scrivono: «Anche da presidente del Consiglio gestì una colossale evasione fiscale». In un Paese normale, questo avrebbe annullato Berlusconi; in Italia gli fa guadagnare voti.
*** Andrea CAMILLERI, 1925, scrittore, sceneggiatore, regista, intervistato da Silvia Truzzi, 'Il Fatto Quotidiano', 2 giugno 2013, ora in S. Truzzi, Un Paese ci vuole, Longanesi, 2015
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