Nella vicenda dei ragazzi assunti a Expo e congedati (malgrado le promesse verbali) dopo un solo mese, ciò che davvero colpisce è la totale disarticolazione del rapporto di lavoro non solamente nel tempo, ma anche nello spazio. Nel dedalo di agenzie interinali, subagenzie, colloqui con Tizio per andare a lavorare da Caio però come dipendenti di Sempronio, siamo alla totale depersonificazione del “padrone”. È una specie di “padrone liquido”, senza volto e senza coinvolgimento diretto, che sembra fatto apposta per disorientare qualunque tentativo di un rapporto “fisico”, sia esso conflittuale sia di calorosa condivisione.
Tanto è vero che Expo può ben dire, con buona ragione formale, di essere del tutto estranea ai licenziamenti (lo era anche alle assunzioni!). Con facile gioco di parole, potremmo dire che le agenzie interinali sono agenzie di de-collocamento; servono a scaricare “altrove” il delicato patto tra lavoratore e datore di lavoro, come per sgravare quest’ultimo di ogni responsabilità umana (se posso usare questa parola impegnativa) e spesso anche giuridica. Di questa fredda e labirintica depersonificazione e de-umanizzazione del lavoro, come di tutto il resto, è fatto in larga parte il nuovo capitalismo.
*** Michele SERRA, giornalista, saggista, scrittore, 'l'amaca', 'la Repubblica', 5 maggio 2015, qui
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