mercoledì 31 agosto 2016

#LINK / Zuckerberg, inchino all'imperatore di Facebook (Christian Raimo)

Mark Zuckerberg, il fondatore e attuale presidente di Facebook, ieri, 29 agosto, era a Roma; aveva annunciato questo viaggio qualche giorno prima – si trovava già in Italia di passaggio per il matrimonio di un suo amico, l’amministratore delegato di Spotify, Daniel Ek, sulle rive del lago di Como, e ha deciso di allungare. Era già stato in Italia, in viaggio di nozze e altre volte, ma sempre come privato cittadino, più o meno.

La visita di ieri era diversa: è stato ricevuto come una specie di capo di stato, ha avuto udienza dal papa, un colloquio privato con il presidente del consiglio Matteo Renzi, e ha voluto incontrare la “comunità italiana”, come l’ha definita – ossia i circa trenta milioni di italiani iscritti a Facebook. (...)

Per esempio, gli si poteva chiedere come mai Facebook nel 2015 ha incassato di pubblicità in Italia 350 milioni di euro ma ha pagato solo 200mila euro di tasse (ossia un’aliquota dello 0,057 per cento) oppure ragionare con lui del funzionamento dell’algoritmo (ieri è uscito questo articolo su come la mancanza di controllo umano possa creare non pochi problemi), del rapporto con i mezzi di informazione eccetera.

L’impressione invece era quella di una visita quasi tutta sotto copyright (Luca De Biase ha raccontato i suoi problemi a postare un’innocua foto), e soprattutto di un’università ridotta a un gruppo di fan, e nelle file in fondo i giornalisti che non potevano fare domande: un enorme spot pubblicitario per Facebook durato un intero giorno.

Zuckerberg sembrava un patrizio romano che visita la Cilicia e parla dell’invenzione dell’anfiteatro. Sarebbe bastato che rimanesse a Roma altre ventiquattr’ore ed è probabile che sarebbe riuscito a venderci il Colosseo, il che – a pensarci bene – è quello che fa ogni giorno.

*** Christian RAIMO, giornalista e scrittore, L’Italia s’inchina all’imperatore di Facebook, 'internazionale.it', 30 agosto 2016

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