Certamente oggi è il giorno del lutto, del dolore e dell'unità nazionale.
Ma... ma domani sarà il giorno in cui capiremo che, al di là delle parole e lacrime sempre identiche a se stesse, l'Italia è un Paese ad elevato rischio sismico e idrogeologico e che pertanto serve un piano nazionale straordinario di messa in sicurezza del territorio in cui viviamo?
Verrà il giorno in cui capiremo che non sono i cacciabombardieri, i carroarmati, le navi e gli elicotteri da guerra a proteggerci, ma gli interventi civili di protezione civile e ambientale?
Verrà il giorno in cui capiremo che l'Italia non ha bisogno di grandi opere e grandi eventi che arricchiscono i soliti noti, ma di tantissime piccole opere per dare qualità, benessere e dignità alle nostre comunità e alle nostre vite?
La difesa della patria è innanzitutto la difesa reale dai rischi concreti che ci minacciano e non la tutela degli interessi geopolitici di governi o multinazionali. Se quel giorno non verrà, allora i morti di Amatrice, Accumoli e Arquata saranno le ennesime vittime di un elenco senza fine.
*** Matteo SAUDINO, insegnante, Terremoto, 'facebook', 24 agosto 2016, qui
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