Il furbo è un intelligente che sbaglia mira, che non ha un oggetto adeguato su cui dirigere l’intelligenza, che non capisce il primato dell’oggettività e la dirige solo su di sé. Al contrario chi sa usare davvero l’intelligenza capisce che la vita contiene valori più grandi del suo piccolo Io, e di conseguenza vi si dedica. L’intelligente gravita attorno a una stella, il furbo invece fa di se stesso la stella attorno a cui tutto deve ruotare. Con l’ovvio risultato che un insieme di intelligenti è in grado di creare un sistema, in questo caso non solare ma sociale, mentre un insieme di furbi è destinato semplicemente al caos e alla reciproca sopraffazione.
Noi italiani siamo più corrotti perché usiamo in modo distorto la nostra intelligenza, e tale distorsione la si deve alla mancanza di un’idea comune più grande dell’Io, cioè di una religione civile e dell’etica che ne discende. La religione civile è ciò che consente di rispondere alla seguente do-manda: perché devo essere giusto verso la società? Perché devo esserlo anche quando la mia convenienza mi porterebbe a non esserlo? Senza un legame di tipo ‘religioso’ con la società, nessuno sacrifica il suo particolare, nessuno sarà giusto quando non gli conviene esserlo e può permettersi di non esserlo. Per questo la formazione di una religione civile è d’importanza vitale per il nostro paese.
*** Vito MAMCUSO, 1962, teologo, La religione civile che manca all’Italia, ‘la Repubblica’, 13 gennaio 2009
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