Ci saranno mattine chiare e mattine cariche di nubi.
Ci saranno giorni d’incertezza, giorni di paura, ore vane e grigie nelle sale d’attesa che sanno d’ospedale.
Ci saranno parentesi leggere, primaverili, adolescenti, in cui persino la malattia riuscirà a farsi dimenticare.
Come se non fosse mai esistita.
Poi la vita continuerà.
E tu ti ci aggrapperai.
Ci saranno la voce di Ella Fitzgerald, la chitarra di Jim Hall, una melodia di Nick Drake, tornata dal passato.
Ci saranno passeggiate in riva al mare, l’odore dell’erba tagliata, il colore di un cielo tempestoso.
Ci saranno giorni di pesca con la bassa marea.
Sciarpe annodate per affrontare il vento.
Castelli di sabbia che terranno testa alle onde salate.
E cannoli al limone mangiati in piedi lungo le strade del North End.
Ci sarà una casa in una strada alberata. Lampadari in ferro battuto dall’alone colorato. Un gatto rosso, saltellante, un grosso cane amorevole.
Ci sarà un mattino d’inverno in cui rischierò di far tardi al lavoro.
Scenderò gli scalini tre alla volta. Ti bacerò in fretta, prenderò le chiavi di corsa.
La porta, il viale lastricato, il motore acceso.
E, al primo semaforo, mi accorgerò di aver preso un piccolo ciuccio invece del portachiavi.
Ci saranno…
Sudore, sangue, il primo urlo di un neonato.
Uno scambio di sguardi.
Un patto per l’eternità.
Biberon ogni quattro ore, pacchi di pannolini impilati, pioggia sui vetri, sole nel cuore.
Ci saranno…
Un fasciatoio, una vaschetta per il bagnetto, otiti a ripetizione, uno zoo di peluche, ninnenanne canticchiate.
Sorrisi, passeggiate al parco, primi passi, un triciclo nel viale.
Prima di dormire, storie di principi che abbattono draghi.
Compleanni e rientri da scuola. Travestimenti da cowboy, disegni di animali appiccicati al frigorifero.
Battaglie a palle di neve, giochi di magia, pane con la marmellata all’ora della merenda.
E passerà il tempo.
Ci saranno altre degenze in ospedale, altri esami, altri allarmi, altri trattamenti.
E ogni volta sarai lì a combattere, la paura nella pancia, il cuore stretto, con l’unica arma del tuo desiderio di vivere ancora.
E ogni volta dirai che, qualunque cosa ti possa capitare adesso, sarà comunque valsa la pena di vivere tutti quei momenti che hai strappato alla fatalità.
E che nessuno te li potrà mai togliere.
*** Guillame MUSSO, scrittore francese, dal romanzo Central Park, traduzione di Sergio Arecco, Bompiani, 2016
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