La rilevazione di Atlas appena conclusa ci restituisce un’immagine sofferente del nostro paese. I pochi segnali di vitalità’ e apertura al cambiamento che avevano contraddistinto gli anni passati, un sottile filo di speranza nel futuro, cedono il passo a sentimenti di paura e chiusura. Cresce la xenofobia sotto l’egida del protezionismo e della sindrome dello stato d’assedio. Una posizione tutta difensiva da cui deriva un clima sociale a tinte negative, poco incline alla sperimentazione del nuovo.
Non ci sono tracce di euforia del cambiamento ma un senso di vuoto esistenziale che induce a temere il mercato, ridurre ogni fonte di rischio e a rimpiangere lo stato sociale. Persino il culto delle emozioni, così radicato nel nostro dna socioculturale, viene meno lasciando solo una debole ventata di voglia di consumare e di anelito alla liberalizzazione delle droghe leggere.
Questo è il quadro in cui leggere l’ascesa de Movimento 5 Stelle, che continua a interpretare la delusione e il risentimento più che la voglia di rinnovamento. Erodendo i consensi di tutto l’arco partitico, in una summa valoriale tanto contraddittoria quanto scarna, comunque insufficiente a veicolare una visione.
*** Monica FABRIS, esperta di ricerche sociali, comunicazione, pubblicità, saggista, presidente di Episteme, Delusa e rancorosa, ecco l'Italia che vuole i 5 Stelle al potere, 'gli stati generali', 12 agosto 2016
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