(...) L’intervento di Bagnasco, non importa quali fini avesse nelle sue intenzioni, è formalmente una ingerenza indebita nella struttura dello Stato che in quanto laico e areligioso non può né deve permettere che il suo Parlamento – per quanto indegno e illegittimo – possa legiferare con il fiato sul collo di qualche monsignore a qualsiasi religione appartenga. Mi dispiace che il card. Bagnasco non sia, in quanto cattolico, anticlericale come impone il vangelo e la coscienza cristiana, ma per me, cittadino italiano, prete cattolico, è inammissibile qualsiasi manomissione o tentativo di adulterazione della laicità dello Stato.
Il male supremo dentro la stessa religione cattolica (e, come vediamo, anche nell’Islamismo in forma ancora più grave) è il clericalismo in quanto pretesa di gestire lo Stato con criteri religiosi esclusivi. Difendo in modo drastico la piena, totale, indiscussa laicità dello Stato, nonostante i suoi stessi rappresentanti, nominati, ne siano indegni. Ora solo un’abolizione tout-court del concordato può sanare il «vulnus» dell’intervento di Bagnasco, perché la Costituzione garantisce la libertà di coscienza senza bisogno di orpelli supplementari per le religioni e i cittadini credenti. Sperare e sognare non sono vaneggiamenti.
*** Paolo FARINELLA, prete, Bagnasco, il voto segreto e il Parlamento esautorato, blog 'MicroMega on line', 14 febbraio 2016
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