domenica 14 febbraio 2016

#MOSQUITO / Denaro, la nuova (vecchia) ‘libidine di potenza’ (Friedrich Nietzsche)

Da dove proviene questa smisurata impazienza che fa oggi dell’uomo un delinquente (...); i tre quarti della più elevata società si danno alla frode autorizzata e hanno da sopportare la malcoscienza della borsa e della speculazione: Che cos’è che li spinge? A perseguitarli, giorno e notte, non è la necessità vera e propria (...) ma una terribile impazienza (...) nonché un piacere e un amore altrettanto terribili per il denaro accumulato. In questa impazienza e in questo amore viene però nuovamente in luce quel fanatismo della ‘libidine di potenza’ che un tempo era stato acceso dalla fede di essere in possesso della verità, e che aveva nomi cosi belli da far si che si potesse osare di essere con buona coscienza inumani (bruciare ebrei, eretici e buoni libri, e devastare intere culture superiori come quelle del Perù e del Messico). Gli strumenti della libidine di potenza si sono trasformati, ma è ancor sempre in fiamme lo stesso vulcano, l’impazienza e lo smisurato amore vogliono le loro vittime: e quel che si faceva un tempo ‘per amor d’Iddio’, lo si fa oggi per amor del denaro, cioè per amore di ciò che ‘oggi’ dà sentimento di potenza e buona coscienza al massimo grado. 

*** Friedrich NIETZSCHE, 1844-1900, filosofo tedesco, Aurora e Frammenti postumi 1879-1881, Adelphi, Milano, 1964, citato da James Hillman, psicoanalista di matrice junghiana, fondatore della psicologia archetipica, Forme del potere, 1995, Garzanti, Milano, 1996.


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