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... abbiamo "misurato" il sentimento suscitato dalle parole. Il grado di consenso ma anche la loro capacità di evocare il futuro. Ne è emersa una mappa suggestiva. Non del tutto scontata. D'altronde, le parole e il linguaggio definiscono la nostra visione del mondo. Che, oggi, appare particolarmente incerta. Anche se si distende fra due "regioni semantiche" sicuramente chiare. Certamente certe.
In basso, a sinistra, confuse nella delusione, sull'orlo del passato, ci sono le "parole della politica". Sindacati e partiti. Nella zona più depressa. Insieme ai "politici". Lo stesso Matteo Renzi, che l'anno scorso si poneva alla confluenza fra speranza e attese, quest'anno è anch'egli qui. Insieme agli altri leader anche se in posizione migliore. Ma confuso, anch'egli, nella nebbia di una politica incapace di annunciare, o almeno, suggerire il futuro.
All'opposto, in alto a destra, appare un "altro mondo". Racchiude gli obiettivi di valore della società. Premiare il merito. Ridurre le disuguaglianze e la disoccupazione. Curare l'ambiente e le energie rinnovabili. L'abbiamo definito, "la fortezza", perché, oltre a indicare alcune priorità, seleziona i punti fermi della nostra società. Per prima e sopra tutto: la famiglia. Poi, significativamente: Internet. Segno esplicito di quanto la rete sia divenuta "essenziale" nella nostra vita. Famiglia e Internet. Marcano i nostri luoghi di relazione e di comunicazione. Sul piano personale, interpersonale. E globale. Qui e dovunque. Oggi e domani. A presidiare la nostra "fortezza" c'è sempre - e ancora - Papa Francesco. Come l'anno scorso. L'unica figura davvero "con-divisa". Mentre tutti gli altri personaggi pubblici - per primi i "politici" - dividono. E allontanano. In mezzo a questi due mondi, troviamo due flussi di parole, che definiscono le "promesse", il primo, e, l'altro, "le tensioni". La "Terra promessa" si spinge verso il futuro e raccoglie riferimenti (perlopiù) attesi. E citati spesso. Perché riflettono segnali di cambiamento - effettivi e positivi. La "ripresa". La crescita dei consumi e delle esportazioni. Le "riforme", situate, non a caso, accanto alla "scuola", che tanto dibattito e tante polemiche ha sollevato, negli ultimi mesi. E poi: il "bene comune" e la "qualità della vita". Argomenti che echeggiano spesso nel nostro linguaggio e nei discorsi pubblici. Anche per questo, rientrano nell'ambito delle "promesse". Tanto attese e attese da tanto. Non lontani, si incontrano gli imprenditori. Attori della ripresa. Assai più credibili dei "politici" e della politica". Ma comunque guardati con un certo disincanto. Come la globalizzazione, che sentiamo evocare senza sosta e senza pausa. Anche se non è del tutto chiaro cosa significhi davvero.
Infine, ai confini fra "Terra promessa" e "Terra di mezzo", c'è la Democrazia. Non è una sorpresa, d'altra parte, perché intorno alla democrazia c'è molta discussione. Come sempre. Ma oggi in modo particolare. Per effetto dei mutamenti che attraversano i protagonisti e le istituzioni della democrazia "rappresentativa". I partiti, per primi. E poi l'Unione Europea, l'euro. E lo Stato. Che, non per caso, si collocano proprio in quella che abbiamo definito la "Terra di mezzo", citando Tolkien. Per evocare un luogo di conflitti e di battaglie ricorrenti. All'origine della nostra storia. Di cui sono divenuti "canali" importanti i "social media": Twitter e Facebook. Ma anche i giornali e la Tv. Infine, proiettati verso la Terra Promessa, vi sono, il Presidente della Repubblica e la domanda di "Uomo Forte". Non per caso. Sottolineano anch'essi le tensioni della nostra democrazia rappresentativa. Alla ricerca di autorità, governo, riconoscimento. Consenso. (...)
*** Ilvo DIAMANTI, sociologo e sondaggista, saggista, Lessico del futuro, 'la Repubblica', 4 luglio 015
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