Uno studio recente ha messo in luce le diverse metodologie di insegnamento fra Paesi: i lavori di gruppo sono più frequenti nei Paesi nordici e negli Usa, mentre nell’Est Europa e nei Paesi del Medi-terraneo è più frequente che gli insegnanti parlino da dietro la cattedra e gli studenti si limitino a prendere appunti copiando dalla lavagna. In quello stesso studio, inoltre, si dimostra che il grado di capitale civico è maggiore nei Paesi in cui prevalgono i lavori di gruppo e minore in quelli in cui la maggior parte della lezione è occupata dalle spiegazioni degli insegnanti.
Come la fiducia, l’inclinazione all’impegno e alla critica è una componente del capitale civico. Una cittadinanza attiva è solita protestare se qualcosa non va. Reclamare costa; dal tempo e dall’impegno che richiede per formulare un reclamo scritto, al rischio di ritorsioni da parte dei propri superiori. Il beneficio del reclamo è condiviso da tutti: i reclami costringono l’autorità a rendere conto del proprio operato e forniscono un fondamentale feedback critico che può incrementare il sostegno ai mercati e il loro stesso funzionamento. Anche il più lungimirante degli uomini d’affari può commettere degli errori e faticare a individuarli se è circondato solamente da pareri positivi. Un diffuso senso critico è estremamente utile per ogni società, ed è per questo che negli Stati Uniti lo si insegna come valore già a scuola: si condanna chi ha paura di parlare apertamente, e si celebra chi, come Rosa Parks, ha avuto il coraggio di opporsi all’ingiustizia.
*** Luigi ZINGALES, economista, docente di Impresa e Finanza all’università di Chicago, Manifesto capitalista. Una rivoluzione liberale contro l’economia corrotta, Rizzoli, 2012.
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