Questa è la breve storia di tre fratelli che si dicevano molto legati tra loro. Vivevano sempre insieme e poiché avevano competenze simili lavoravano nello stesso campo: avevano costituito una società in comune e si dividevano i profitti in parti uguali.
Si chiamavano Chiunque, Ognuno, Qualcuno, e tutti in paese li conoscevano come i Fratelli Coq, dalle iniziali dei loro nomi.
Un giorno successe quello che succedeva loro spesso: tanto spesso che ormai la vita, tra loro, stava diventando impossibile.
Qualcuno, rientrando in casa, parlò di un lavoro che gli era stato proposto. Era importante, disse, perché, se fosse stato svolto bene, avrebbe potuto essere il primo di molti altri. E poi era anche interessante perché avrebbe richiesto molta abilità e attenzione, e i tre fratelli, che erano consapevoli di essere bravi, quando riuscivano a vincere una certa pigrizia di fondo amavano misurarsi e dimostrare la loro professionalità.
Qualcuno sottolineò inoltre i vantaggi economici dell’offerta: il cliente voleva il lavoro in tempi stretti e per questo era disposto a pagare oltre il normale.
Ai tre fratelli i soldi piacevano: appena li guadagnavano, li spendevano tutti in donne e divertimenti.
Sì, disse Qualcuno, quel lavoro era proprio da fare.
E Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto.
Chiunque poteva farlo, ma non lo fece.
Qualcuno allora si arrabbiò, perché - disse - il lavoro era di Ognuno.
Ma Ognuno rispose che avrebbe potuto farlo benissimo Chiunque.
Allora Ognuno iniziò ad accusare Qualcuno.
Come sempre, finì che Qualcuno fu considerato colpevole di non aver fatto ciò che Ognuno avrebbe dovuto fare e Chiunque avrebbe potuto fare.
*** Massimo Ferrario, 2000-2015 - Riscrittura di un testo di fonte ignota, per Mixtura.
(dal web, fonte e autore ignoti)
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