Ratatouille, film d'animazione, diretto da Brad Bird, 2006
Un grande artista può celarsi in chiunque
video, 2min00
Il nuovo che non ti sazia mai
Scelta del video e nota di commento di Valerio BIANCHI
Rémy non è un cuoco qualunque. Anzitutto perché è un topo e come tale è “ultimo” per definizione. Poi perché possiede un talento innato per gli odori e per il buon cibo. E infine perché è riuscito, dopo molte peripezie, ad affermarsi nientemeno che come chef del famoso ristorante Gusteau’s a Parigi.
Eppure sa che c’è ancora molto scetticismo che lo circonda e tante prove da superare per consacrarsi definitivamente. La più ardua sarà convincere del proprio talento il severissimo critico culinario Anton Ego.
L’occasione si presenta inaspettata quando Ego decide di recarsi a cena proprio da Gusteau’s. Rémy non esita un istante e si lancia con coraggio nella rivisitazione sperimentale di un piatto povero: la ratatouille. Ego ne rimane incantato, anzi capisce che ciò che ha assaggiato è così nuovo da scuotere le fondamenta stesse del suo essere, per usare le sue parole. E il giorno dopo scrive la recensione che abbiamo appena visto.
Aldilà della metafora cinematografica, l’originalissimo cartoon della Disney contiene a mio parere un messaggio di grande valenza organizzativa: se crediamo veramente nel nuovo, nella sua forza dirompente e siamo disposti a lasciarcene coinvolgere, scopriremo che un grande talento può celarsi in chiunque.
Occorre rischiare, essere disponibili a sostenere il nuovo e l’incertezza che porta con sé anche nelle difficoltà. Ma se vogliamo essere portatori di cambiamenti veri, e non soltanto di comodi restyling delle nostre dimesse facciate, dobbiamo permettere che la novità scuota le nostre convinzioni e sradichi i nostri pregiudizi. Dobbiamo insomma avvertire un terremoto emotivo nelle nostre fondamenta: all’inizio farà un po’ male, a noi e agli altri, ma poi guarderemo le cose in maniera davvero diversa.
Rémy, sorprendimi anche oggi!
° ° °
«Per molti versi la professione del critico è facile: rischiamo molto poco pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il proprio lavoro al nostro giudizio. Prosperiamo grazie alle recensioni negative che sono uno spasso da scrivere e da leggere. Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale. Ma ci sono occasioni in cui un critico qualcosa rischia davvero. Ad esempio, nello scoprire e difendere il nuovo. Il mondo è spesso avverso ai nuovi talenti e alle nuove creazioni: al nuovo servono sostenitori! Ieri sera mi sono imbattuto in qualcosa di nuovo, un pasto straordinario di provenienza assolutamente imprevedibile. Affermare che sia la cucina, sia il suo artefice abbiano messo in crisi le mie convinzioni sull'alta cucina, è a dir poco riduttivo: hanno scosso le fondamenta stesse del mio essere! In passato non ho fatto mistero del mio sdegno per il famoso motto dello chef Gusteau "Chiunque può cucinare!", ma ora, soltanto ora, comprendo appieno ciò che egli intendesse dire: non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque. È difficile immaginare origini più umili di quelle del genio che ora guida il ristorante Gusteau's e che secondo l'opinione di chi scrive, è niente di meno che il miglior chef di tutta la Francia! Tornerò presto al ristorante Gusteau's, di cui non sarò mai sazio» (Anton Ego, dal video)
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