domenica 22 febbraio 2015

#SPILLI / Neppure gatti (M. Ferrario)

Margaret Thatcher dichiarava di volere collaboratori pronti a offrire soluzioni e non a sollevare interrogativi o problemi. 
Ha fatto scuola. Ovunque. In politica e in azienda.
A destra, al centro, a sinistra.

Si cercano 'obbedienti efficienti'. 
Che dicano di sì e subito facciano. Esecutori scattanti e col sorriso sempre ben in vista. A rallegrare il mondo e a diffondere il messaggio delle 'magnifiche sorti e progressive'.
Perché l'obbedienza è tornata una virtù.

Gli altri, quei pochi che ancora volessero capire, ponendo domande, scoprendo problemi, chiedendo approfondimenti; gli altri, quei pochi che ancora volessero discutere, 'remano contro'.
Vanno isolati.
Tutt'al più gli è concesso, democraticamente, di essere 'ascoltati'. Ma una tantum. E purché non si perda troppo tempo.
'Ascoltati' nel senso che loro parlano e chi ha il potere 'twitta', chatta', sbriga la corrispondenza via email, insomma fa i comodi suoi. Tanto poi, alla fine, si fa quello che era già stato deciso si facesse.

E' il nuovo modo di fare politica e impresa.  
Perché chi pensa e cerca di far pensare disturba, rallenta, divaga. 
Oggi si chiamano 'frenatori'. O 'gufi'.
E poiché non partecipano alla corrente del tempo di chi si è stampato il sorriso sempre ottimisticamente ebete sulle labbra, appartengono all'industria della lagna.

Così (si) è ridotto l'essere umano. 
Il modello è un cane. Che scodinzola. E si inchina al capobranco.
Anche l'autonomia del gatto fa paura. Non è fedele. E' incontrollabile.
Non è 'allineato'.

Già: 'allineamento'. E' la parola chiave che abbiamo imparato da oltre oceano. 
E naturalmente noi siamo abili nelle perversioni: l'abbiamo resa ancora più oscena, nella pratica, di quanto facciano gli stessi americani.

*** Massimo Ferrario, per 'Mixtura'


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