Dario FO, C'è un re pazzo in Danimarca, Chiarelettere, 144 pagine, 2015, € 13,90, ebook € 9,99
Non sono un lettore di romanzi storici: questo è stato il mio primo e mi sono lasciato tentare dal ben noto fascino affabulatorio dell'autore.
Ho fatto bene: il libro si gode dalla prima all'ultima pagina.
La storia ha dell'incredibile: un giovane re danese, Cristiano VII, nonostante la sua pazzia, vera e per nulla metaforica (o forse proprio grazie ad essa), riesce a concepire e ad avviare una profonda trasformazione politico-culturale nel regno danese-norvegese, ispirata ai principi illuministici che stanno per dilagare in Europa con il vento della rivoluzione francese.
Naturalmente, come appunto in un romanzo che riprende i tormenti della vita, non tutto è semplice e veloce.
Ci sono da superare colpi di stato; c'è da vincere una vecchia regina matrigna che, come una strega cattiva, vuole sottrarre il legittimo potere al figliastro per passarlo al figlio; c'è da battere la resistenza reazionaria della nobiltà conservatrice.
Però alla fine il progetto riesce. Anche con l'aiuto decisivo del figlio del re pazzo, che nonostante una infanzia privata di genitori, per le odiose trame di palazzo della regina madre, ritrova da grandicello una consonanza di vedute e di sentimenti anche politici con il padre, e, assunto il potere, si rivelerà un sovrano saggio e illuminato.
Però alla fine il progetto riesce. Anche con l'aiuto decisivo del figlio del re pazzo, che nonostante una infanzia privata di genitori, per le odiose trame di palazzo della regina madre, ritrova da grandicello una consonanza di vedute e di sentimenti anche politici con il padre, e, assunto il potere, si rivelerà un sovrano saggio e illuminato.
Scrittura briosa, leggera, invitante. Documentazione storica essenziale, per niente noiosa, che permea il racconto in modo facile e appassionato.
L'autore, come sempre, è scoperto nelle sue posizioni, ma stavolta è in un ruolo del tutto inedito: parteggia per il potere. E il lettore è con lui.
Forse, perché il potere sia meno stupido di come solitamente è, un po' di follia aiuta.
E verrebbe voglia di dire che ci sarebbe bisogno di qualche pazzo non solo in Danimarca. Però di pazzi intelligenti. Perché gli altri li abbiamo. (mf)
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