Un primo romanzo che è un buon esordio.
Un tuffo nel calore confuso, cupo e utopico degli anni 70 del Novecento.
Una giovane coppia con la testa rivolta a salvare il mondo, ma che si rivela incapace di salvare se stessa. Lei che sacrifica la sua vocazione di carriera universitaria per lui e lui che trascina la sua vita in modo disordinato e fallimentare tra la fascinazione di gesti armati, sognati ma poi mai attuati, e il richiamo sempre più totalizzante, e alla fine vincente, della tossicodipendenza.
La storia di un amore travagliato e deragliato, in cui ciò che all'inizio accomuna sembra poi sempre più disunire e allontanare, ma con pagine commoventi di un rapporto complice e teneramente descritto tra il giovane padre, all'inizio 'disperso' e incapace di equilibrio e orientamento, e la figlia ragazzina, la quale alla fine diventa per lui il solo punto di riferimento capace di dare n senso alla vita.
L'autrice nasce sul finire degli anni oggetto del racconto, ma li sa rievocare con efficacia e partecipazione. In particolare sa maneggiare con affettuosa problematicità i rapporti di coppia dei due ragazzi, indagando con abile introspezione i loro stati d'animo e descrivendo con intelligenza le relazioni di contesto con le rispettive famiglie.
Una scrittura felice, scorrevole. Una trama semplice, ma non banale: ben raccontata. (mf)
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