Israel J. SINGER, "A oriente del giardino dell'Eden", romanzo, 1939
Bollati Boringhieri, 2015
traduzione di Marina Morpurgo,
pagine 477, € 18,50, ebook €9 ,99,
Un lungo e largo affresco che attraversa almeno due generazioni dell'inizio del 900.
Un'epopea grigia e dolente che lascia immersi i personaggi in una sofferenza desolante e senza fine, dentro una condizione di povertà e infelicità bloccata da un destino che non prevede riscatti.
Dal vecchio ebreo Mattes, l'ambulante del villaggio polacco di Pyask, prigioniero di una religiosità totalizzante che gli impone di accettare la sua misera vita come fosse una condanna cui inchinarsi per volere di Dio, al giovane figlio Nachman, che decide di ribellarsi e si trasforma in un devoto e acceso rivoluzionario comunista: prima incarcerato e torturato in Polonia come sovversivo e poi ancora incarcerato e infine espulso come sabotatore in quella Unione Sovietica dove aveva voluto rifugiarsi coltivando la speranza di una rivoluzione proletaria realizzata.
E attorno a loro due, oltre alle sorelle di Nachman, miserevolmente chinate ad un destino ineluttabile di avvilimento e stenti e ai tanti personaggi che sembrano di contorno, ma che sono essenziali nella costruzione dell'affresco, un posto non secondario è quello di Daniel, il giovane borghese, cinico e narcisista, demagogo comunista: il quale prima, in Polonia, irretisce Nachman nel grande sogno della rivoluzione e poi, in Unione Sovietica, diventato alto dirigente della nomenclatura di partito, abbandona l'amico compagno proletario quando questi viene incolpato ingiustamente di essere un controrivoluzionario.
Una narrazione intensa e partecipe.
Uno stile che fa crescere la storia con una lentezza che avvolge e non stanca.
Una scrittura ampia, benché puntuale nelle descrizioni, che restituisce fotografie impagabili di un'umanità piegata e senza scampo.
Uno sguardo sul dolore degli ultimi che sa creare indignazione e rabbia per l'ingiustizia e la violenza subite.
Una riflessione aspra e impietosa sui fattori negativi della natura umana che paiono strutturali e ineliminabili, capaci di uccidere qualunque sogno di trasformazione e riscatto.
Un romanzo, corale, nel quale campeggia la storia di un pover'uomo che si è ribellato e ha provato a vincere il destino: per sé e per tutti gli uomini. Senza riuscirci. (mf)
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