Se nel Pd c’è ancora qualche testa pensante anche vagamente sensibile ai valori di “libertà e giustizia” che definiscono la sinistra (due condizioni che escludono d’emblée Bersani, D’Alema e compagnia cantando) già avrà individuato il “che fare”. In tre mosse.
Primo: far cadere Renzi in una delle numerose fiducie che sarà costretto a porre per far passare in parlamento le sue pimpanti controriforme.
Secondo: chiedere allora un immediato congresso del Pd, con le stesse modalità e procedure che portarono Renzi a impadronirsi del partito, partecipazione/iscrizione dei cittadini anche al momento del gazebo, ecc.
Terzo, in contrapposizione a Renzi candidare per la segreteria del Pd Maurizio Landini, e parallelamente chiedere al Presidente Mattarella che al posto del governo sfiduciato, anziché sciogliere le camere, venga insediato un governo di “tregua repubblicana”, affidato tutto a personalità della società civile e capace di ottenere le convergenze autonome di parlamentari Pd, M5S e altri “volenterosi” sul programma e la credibilità dei ministri preposti a realizzarlo.
La razionalità di questo “che fare” non è difficile da riscontrare.
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*** Paolo FLORES D'ARCAIS, filosofo, direttore di 'MicroMega', Come rottamare Renzi in tre mosse, 'MicroMega online', 2 giugno 2015
LINK, articolo integrale qui
Immagine di Edoardo BARALDI
da 'MicroMega online', 2 giugno 2015
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