GENNAIO
Nevica,
ma pochissimo.
Voci
sul Quirinale
danno
favoritissimo
un
fratello Abbagnale.
Non
sanno, a quanto pare,
più
che pesci pigliare.
Di
Prodi e Rodotà
si
mormora che Renzi
tema
la qualità:
quelli
non li influenzi.
Fassino
il blog di Grillo
dice
che è della Cia.
Zagrebelski
ha l’assillo
della
Costituzione.
Ecco
la strategia:
puntare
su un minchione.
FEBBRAIO
Giovani
occidentali
delusi
dall’Ipad
fanno
i salti mortali
per
andare al Jihad.
Prova
a chiamarti Alberto
e
diventar Malik,
Leone
del deserto:
non
è molto più chic?
La
palandrana nera
ti
fa sentire nobile
anche
se sei a Bassora
che
lavi l’automobile.
Mamma,
che ha i tuoi recapiti
pensa
alla pulizia:
’Dimmi,
quando decapiti
poi
mandi in tintoria?’
MARZO
Salvini
in pianta stabile
abita
a Spaccanapoli.
È
un leader molto abile:
lui
sa blandire i popoli.
Stende
la biancheria
cantando
’Cerasella’
e
strilla per la via
come
Pulicinella.
Gli
piace. Si immedesima.
Canta
pure alla cresima
di
un nipote di Cutolo.
Esagera.
Nel vicolo
diventa
un vero guappo.
Fa
scippi con lo strappo.
Sposa
una neomelodica
e
lascia la politica.
APRILE
Arriva
primavera
e
le ministre in fiore
annunciano
entro sera
riforme
di spessore.
Le
guardi compitare
le
norme e i codicilli.
Non
fanno più pensare
le
belle, a Pitigrilli
e
a quelle nere alcove.
Queste
fanciulle nuove
non
vogliono sedurre
ma
alla virtù condurre.
Madonne
fiorentine!
Altro
che le veline!
E
quanto alla politica:
che
c’entra la politica?
MAGGIO
Tutti
a guardare il Pil.
Sembra
che si accartocci.
Anzi,
collassa. È in cocci.
Forse
col Vinavil...
Ma
più lo curi, il Pil
meno
ti sembra sano
un
tallone di Achìl
che
proteggere è vano.
È
come il leviatano
del
libro di Melvìl
che
più lo insegui, il Pil
più
ti sembra lontano.
Con
un filo di voce
dice,
ingoiando il groppo:
’Non
mettetemi in croce,
vi
ho già dato anche troppo’
GIUGNO
Grillo
con Casaleggio
(dei
due il secondo è peggio)
fanno
l’appello. Abbate!
Espulso.
Degradate
la
Barozzi e la Doris
(sono
andate da Floris).
Radiato
Parisét
col
voto di internét.
Sambuchi
e la Voglino
che
han perso uno scontrino
si
son dati alla macchia.
Rimane
solo Fracchia.
Impallidisce,
muto.
Rilegge
lo statuto.
Anche
se non lo infrange
si
sente in colpa e piange.
LUGLIO
Negri
disidratati
sotto
un sole maiale
aspettano
sdraiati
che
arrivi il caporale.
Nel
loro scantinato
i
cinesi di Prato
piegati
come scampoli
dormono
ammontichiati.
Come
se avesse i trampoli
rincorre
i suoi dannati
il
diavolo che regge
la
cerchia degli schiavi.
A
rimpinguare il gregge
scendono
dalle navi
i
profughi africani.
Fanno
ciao con le mani.
AGOSTO
A
Ibiza va di moda
condire
l’aragosta
con
il Campari soda.
Tatuarsi
una supposta
sul
culo. Limonare
con
il gelato in bocca.
Cominciare
a gridare
appena
uno si abbiocca.
Mangiare
le tortillas
tante
da vomitare
sniffare
le espadrillas
dopo
che vai a ballare.
Farsi
un selfie con molta
allegria
da postare.
Perfino,
qualche volta,
fare
un bagno di mare.
SETTEMBRE
A
Roma er Cocuzzaro
litiga
con er Pappa
anvedi!
se l’acchiappa
l’accoppa
paro paro.
E
poi ce sta er Fetente
er
Trucido, l’Immondo
’na
classe diriggente
che
ce la invidia er mondo.
Altro
che condannarli!
Ministri,
ambasciatori
bisognerebbe
farli!
Pe’
gli altri, so’ dolori!
A quelli de Brusselle
je levano la pelle!
Urge
l’assoluzzione
e
un corso de dizzione.
OTTOBRE
L’autunno
è già inoltrato
e
ancora non c’è segno
di
un virus che sia degno
di
un titolo strillato
(Tipo:
’arriva il vibrione
che
ne uccide un milione’).
Deluso,
il redattore
specializzato
in panico
spera
che il raffreddore
degeneri
in bubbonico.
Ma
niente. Morbi labili.
Il
solito tran tran.
Dolori
debellabili
con
mezzo buscopàn.
Il
redattore titola:
’La
sanità ci stritola’.
NOVEMBRE
Fioriscono
allettanti
le
nuove professioni.
Fra
quelle più importanti:
fare
l’hostess sui droni,
progettare
una app
che
fa i testi dei rap,
agente
immobiliare
di
loculi sul web,
cuoco
molecolare
al
ballo delle deb,
pornografo
per cani,
barista
per vegani.
Stai
sereno, ragazzo!
Se
un futuro vuoi avere
basta
farti piacere
un
mestiere del cazzo.
DICEMBRE
Betlemme
presidiata
da
uomini in divisa.
La
stalla illuminata
è
stata suddivisa
tra
copti, musulmani
ortodossi,
cristiani,
ebrei,
presbiteriani,
gerosolimitani,
perfino
i mamelucchi
(cerca
su Wikipedia
e
ne trovi altri mucchi).
Seduta
su una sedia
tra
l’asino ed il bove
Maria
dice: "Il bambino
lo
partorisco altrove.
Qui
c’è troppo casino".
***
Michele Serra,
giornalista e scrittore, Almanacco di
satira politica, ‘la Repubblica’, 30 dicembre 2014).
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