Ogni volta che abbiamo affrontato l'Islam radicale abbiamo avuto problemi, indignazioni e reazioni violente. Ma quello che mi sorprende di più è la reazione delle autorità francesi, che ci hanno definiti irresponsabili e provocatori. Noi rispettiamo le leggi francesi, non le infrangiamo.
Abbiamo il diritto di utilizzare la nostra libertà di espressione così come la intendiamo.
Non siamo noi che abbiamo creato al Qaeda, non ne sono responsabile. Sono responsabile di un giornale in Francia e piuttosto che mostrare i denti per vignette inoffensive, bisognerebbe mostrarli per i terroristi che non hanno bisogno di questo pretesto per agire. Cedere alla paura significa rinunciare alla libertà e a tutto il resto. Già il fatto di dire che abbiamo paura a loro piace, per questo non lo dirò.
Tratteremo tutti gli argomenti, ancora una volta il nostro unico limite è quello della legge francese. Cerchiamo di non diffamare le persone, cerchiamo di non insultarle e l'Islam ancora una volta fa scandalo, ma bisogna sapere che Charlie Hebdo esiste da oltre vent'anni. Sono stati pubblicati 1057 numeri di questo giornale, e su questi, solo tre hanno creato problemi e sollevato molte polemiche. Le vendite sono aumentate sui tre numeri che riguardano proprio l'Islam. Dunque, se avessimo voluto guadagnare soldi sull'Islam, avremmo pubblicato un numero alla settimana e saremmo diventati molto ricchi.
Non pubblicare le foto della principessa Kate in topless non è una mancanza di libertà d'espressione, è il rispetto e l'intimità di una persona. Non siamo un giornale che pubblica foto, ma se cosi fosse stato non le avremmo pubblicate perché è un oltraggio alla vita privata e non è quello che facciamo.
*** Stéphane CHARBONNIER, 1967-7 gennaio 2015, giornalista e vignettista francese, direttore di 'Charlie Hebdo', assassinato con altre 11 persone nell'attentato terroristico alla sede del giornale
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Questo testo è pubblicato con il titolo Non cederemo alla paura su 'Il Fatto Quotidiano', 8 gennaio 2015.
E' tratto da interviste rilasciate da 'Charb' ad Al Jazeera e SkyTg 24 nel 2012 dopo la pubblicazione di un numero con vignette su Maometto. Al Qaeda minacciò di uccidere alcuni ostaggi francesi e il governo francese chiuse ambasciate e scuole in venti Paesi di fede musulmana. Il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, spiegò che la misura riguardava «tutti quei Paesi in cui questo potrebbe causare problemi». Non solo. Fabius disse di essere «preoccupato» dalle eventuali «conseguenze che può causare la scelta editoriale di 'Charlie Hebdo' in un momento in cui l'Islam è già in rivolta per il film blasfemo su Maometto». Era il settembre 2012.
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