martedì 1 agosto 2017

#MOSQUITO / Studi 'difficili' (Antonio Gramsci)

(...) È certo che noi non rifuggiamo, come dice lo scrittore dell'Humanité, dall'entrare in particolari di carattere teorico, dal richiedere al nostro lettore uno sforzo sostenuto e prolungato di attenzione, e ciò facciamo con piena convinzione di agire onestamente e da buoni socialisti, se non proprio da giornalisti accorti e studiosi di popolarità e diffusione.

Sì, è vero, abbiamo pubblicato articoli "lunghi" studi "difficili" e continueremo a farlo, ogni qualvolta ciò sarà richiesto dall'importanza e dalla gravità degli argomenti, ciò è nella linea del nostro programma: non vogliamo nascondere nessuna difficoltà, crediamo bene che la classe lavoratrice acquisti fin d'ora coscienza dell'estensione e della serietà dei compiti che le incomberanno domani, crediamo onesto trattare i lavoratori come uomini cui si parla apertamente, crudamente, delle cose che li riguardano. Purtroppo gli operai e i contadini sono stati considerati a lungo come dei bambini che hanno bisogno di essere guidati dappertutto: in fabbrica e sul campo dal pugno di ferro del padrone che li stringe alla nuca, nella vita politica dalla parola roboante e melliflua dei demagoghi incantatori. Nel campo della cultura poi, operai e contadini sono stati e sono ancora considerati dai più come una massa di negri che si può facilmente accontentare con della paccottiglia, con delle perle false e con dei fondi di bicchiere, riserbando agli eletti i diamanti e le altre merci di valore. Non v'è nulla di più inumano e antisocialista di questa concezione. Se vi è nel mondo qualcosa che ha un valore per sé, tutti sono degni e capaci di goderne. Non vi sono né due verità, né due diversi modi di discutere. Non vi è nessun motivo per cui un lavoratore debba essere incapace di giungere a gustare un canto di Leopardi più di una chitarrata, supponiamo, di Felice Cavallotti o di un altro poeta "popolare", una sinfonia di Beethoven più di una canzone di Piedigrotta. E non vi è nessun motivo per cui, rivolgendosi a operai e contadini, trattando i problemi che li riguardano così da vicino come quelli dell'organizzazione della loro comunità, si debba usare un tono minore, diverso da quello che a siffatti problemi si conviene. Volete che chi è stato fino a ieri uno schiavo diventi un uomo? Incominciate a trattarlo, sempre, come un uomo e il più grande passo in avanti sarà già fatto.

 *** Antonio GRAMSCI, 1891-1937, filosofo e militante politico, da Studi 'difficili', 'L'Ordine Nuovo', 27 dicembre 1919, in 'nuovopci.it', qui


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