Tempo fa, il nostro popolo non aveva la luce. Era difficile muoversi nel buio e la gente aveva sempre freddo.
Mink ebbe pietà del suo popolo.
Aveva udito che dall’altra parte del mondo c’era qualcosa chiamato Sole, che era stato por-tato là da quelli che abitavano l’altra parte del mondo.
Così Mink decise di rubare il Sole per il suo popolo.
Non era un compito facile, ma Mink era un grande ladro. Rubò il Sole e lo mise nel cielo, in modo che donasse la sua luce ai popoli di entrambe le parti del mondo.
Ora non c’era più solo buio e freddo. Ora, grazie al Sole, c’erano il giorno e la notte.
Il popolo fu molto felice e rese grazie a Mink. E lui si riempì di orgoglio per quella lode. «Forse», pensò, «c’è qualcos’altro che posso rubare per il mio popolo».
Passò molto tempo e Mink non vedeva nulla che valesse la pena di essere rubata. Poi ven-nero gli europei. Erano gente con molto potere.
«Che cosa hanno loro che noi non abbiamo?», si chiese Mink.
Alla fine Mink trovò quel che cercava. Gli europei avevano qualcosa che chiamavano Tempo. E usavano questa cosa per il loro potere.
Così Mink decise che avrebbe rubato il Tempo.
Aspettò finché venne buio e si introdusse nella casa degli europei. Era là, nella stanza più grande, che gli europei tenevano il Tempo: era in alto, su una mensola, in una scatola lucente che faceva rumore. Mentre faceva rumore, due piccole frecce sul davanti della scatola si muovevano in cerchio.
Allora Mink si portò via la scatola.
Adesso Mink e il suo popolo avevano il Tempo.
Ma Mink presto scoprì che non era facile avere il Tempo. Doveva guardare sempre le lancette di quella scatola lucente per vedere che ora era. Doveva tenere tre chiavi al collo in modo da poterle usare per caricare quella scatola piena di tempo perché continuasse a ticchettare.
Ora che Mink aveva il tempo, non aveva più tempo di fare le cose che faceva prima. Dove-va alzarsi a una certa ora e andare a letto a un’altra. Doveva andare alle riunioni e lavorare quando la scatola piena di Tempo diceva che era l’ora.
Egli e il suo popolo non erano più liberi.
Mink aveva rubato il Tempo, e il Tempo ora possedeva lui e il suo popolo.
E’ stato così da allora in poi.
*** Joseph BRUCHAC, 1942, scrittore statunitense, specializzato in racconti dei popoli americani, Salish: How the Mink Stole Time, ‘Parabola’, n. 15, 1, primavera 1990, riportato in Ernest Kurz e Katherine Ketcham, Spiritualità dell’imperfezione, 1992, Lybra, Como, 1999.
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