Indra su incarico degli altri dèi aveva ammazzato il drago gigante che nel suo ventre teneva imprigionate le acque del mondo.
Così facendo Indra aveva ridato vita alla terra e felicità agli uomini, ma, fiero di essere riuscito in quell'impresa, si era montato la testa e aveva chiesto all'architetto, dio delle arti, di costruirgli un grande palazzo adatto a un eroe.
L'architetto gliene fece uno bellissimo, ma Indra voleva sempre più stanze e più giardini.
L'architetto andò da Brahma a lamentarsi.
Questi ne parlò con Vishnu il quale decise di intervenire.
Nelle spoglie di un bambino si presentò alle porte della città di Indra e chiese di essere ricevuto dal re.
Indra dapprima rise dell'impertinenza di questo piccolo questuante, ma alla fine lo fece venire e dall'alto del suo scanno gli chiese cosa voleva.
Il bambino avvicinandosi si mise a ridere perché dietro di lui era comparso un esercito di formiche che stava invadendo la sala del trono.
«E quelle chi sono?» chiese Indra, preoccupato.
«Quelle?» rispose il bambino. «Quelle sono tutte state Indra nelle loro vite precedenti.»
Indra capì.
*** Tiziano TERZANI, 1938-2004, scrittore e giornalista, Indra capì, da Un altro giro di giostra, Longanesi, Milano, 2004
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