Gli idraulici che ascoltano nei tubi
parlare i morti e il carpentiere in ferro
rimasto appeso a un chiodo a penzolare
a centotrenta metri e vide il mondo
come volando per un bel quarto d’ora
e poi si tirò su con le sue braccia
perché i soccorsi tardavano a venire.
Mai scritto un rigo, non è del tutto vero
che è poeta chi scrive le poesie.
Ma tra chi scrive, tolti i grandi morti
mi piacciono i poeti disarmati
scarsi di scuole e di letteratura
mi piace che chi scrive le poesie
lo faccia perché è la sua natura
l’annotazione, la verticalità
lo sprofondare nella fogna buia
il risalire con un alleluia
scritto in faccia, prima, e poi su un foglio.
Mi piace il poeta che alla fine
delle parole abbia solo voglia
di stare mani in tasca e naso all’aria
via dalla malavita letteraria.
*** Gianni PRIANO, 1962, insegnante, Io amo i piccolissimi poeti, in 'fili d'aquilone', n. 42, aprile-giugno 2016, qui
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui
Nessun commento:
Posta un commento