[D: Cos'è oggi sinistra: un feticcio? Una speranza più o meno tradita? Un'occasione mancata? Un'inutile sceneggiata per attori mediocri? O cosa?]
Non mi piace il restringimento simbolico e culturale che le parole sinistra e destra hanno subito, fino a immiserirsi, pietrificate in risse e slogan elettorali. Non è vero che non hanno più senso, non lo cercano più. Per un pugno di voti sembrano dimenticare la loro parte migliore, la complessità e le contraddizioni, che hanno accompagnato la loro storia. Nella parola sinistra ci sono totalitarismi ma anche grandi battaglie per la libertà, ci sono sacrifici e lotte sacrosante, opportunismi e tradimenti. Perché arrendersi davanti allo scenario problematico del Duemila?.
[D: Vale anche per la destra?]
Anche la destra potrebbe ripensare ai suoi grandi filosofi, o accettare la sfida di una società multietnica, invece che rimpiangere l'orbace, riciclare vecchi razzismi o rubacchiare i soldi statali. Sinistra e destra potrebbero ritornare costellazioni di idee, senza affogare nella palude rassicurante del "centro", o riciclarsi sotto mentite spoglie. Dobbiamo rassegnarci a pronunciare queste due parole con disprezzo? Se continua così, resterà solo il dominio della tecnologia, che se ne frega se parlano male di lei, va avanti e basta.
*** Stefano BENNI, 1947, scrittore, poeta, sceneggiatore, intervistato da Antonio Gnoli, Stefano Benni: "Meglio vivere nel tempo senza tempo della letteratura”, 'Robinson-la Repubblica', 13 agosto 2017.
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Stefano Benni disegnato da Mannelli
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