La magistratura giudica mediante sentenze.
La politica, se è autonoma, non aspetta la magistratura. Ma esprime giudizi di opportunità politica.
Magari selezionando e rimuovendo il proprio personale (anche) in base al criterio (costituzionale) di «disciplina e onore»: un binomio che prescrive due qualità, definite «dovere», per i «cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche» (art. 54 Cost.).
Peraltro, anche senza che una Costituzione lo dica, dovrebbe essere evidente.
E banale.
In un paese civile.
Invece in Italia un presidente del Consiglio parla di 'barbarie giustizialista' durata vent'anni ('Corriere della Sera', 19 aprile 2016, qui).
Berlusconi, quasi non credendo alle sue orecchie, ringrazia.
Craxi, nell'aldilà, facendo un balzo di gioia, raggiunge il settimo cielo.
E poi qualcuno (i soliti retrogradi: lamentosi, bastiancontrari, solo capaci di odiare e antipatriottici) ha dubbi sul fatto che Renzi sia il nuovo che avanza.
E non dovrebbe sentirsi preso in giro dai suoi hashtag.
Tipo #cambiaverso e #lavoltabuona, per citarne solo due.
*** Massimo Ferrario, A proposito di "barbarie giustizialista", per Mixtura
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