Il monologo di Paola Cortellesi sul BULLISMO
"Sono Giovanni Catino e credo nell'amicizia". Il commovente monologo di Paola Cortellesi che dice #MaBasta al Bullismo raccontando senza retorica cosa accade ogni giorno nelle Scuole di tutta Italia...mabasta - Movimento Anti Bullismo Animato da STudenti Adolescenti
Pubblicato da Your Edu Action su Sabato 2 aprile 2016
Paola CORTELLESI
Monologo sul bullismo (testo di Massimiliano Bruno)
Programma tv Laura&Paola, 1 aprile 2016
pubblicato
video 7min08
Sulle parole della canzone “Guerriero” di Marco Mengoni, Paola Cortellesi inizia il monologo sul bullismo: “Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia”.
Interpretato durante lo show di Laura&Paola, la Cortellesi racconta la storia di questo studente vittima di bullismo durante tutto il suo percorso scolastico, fatto di insulti, offese e violenza fisica. (dalla presentazione)
Il testo del monologo
«
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia! ho 6 anni e oggi è il mio primo giorno di scuola! ho conosciuto subito la popolazione degli unni: sono i miei compagni di classe! nel giro di tre minuti abbiamo urlato a squarciagola la lettera e.
eeeeeeeehhh!!!!!!
Giochiamo a buttasse de sotto dalla finestra? (io mi so buttato loro no)
- eeeeeeeehhh!!!!!!
Giochiamo ad ammazzare gli zombi e le femmine fanno gli zombi?
eeeeeeeehhh!!!!!!
Poi ho preso 3 ceffoni, 6 sgambetti e 1 cazzottone in testa, è per questo che mi sono ritrovato al primo banco. Andrea rozzi, un compagnuccio scalmanato, mi ha subito ribattezzato “bersaglio mobile” e la mia schiena è diventata il campo di atterraggio di aerei di carta, bucce di banana e matite spezzate… (ride) Mi tirano addosso di tutto! all’ultima ora mi è arrivato in testa pure un compasso! è un giorno che non dimenticherò mai… la mia prima cicatrice in fronte!
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia.
I miei compagnucci nel corso degli anni hanno declinato il mio nome per scherzo in ogni modo: “giancappio, giancavolo, giancacca e giancojòne.
Poi si sono sbizzarriti anche col cognome che ha ispirato una canzoncina mitica che mi cantano sempre a ricreazione: “Catino cretino, sei un quattrocchi e c’hai il pisellino”.
Che spasso! Andrea Rozzi per farmi uno scherzo ha sparso la voce che avevo i pidocchi, che matto! Oh, ci credete che da allora nessuno mi ha più invitato a una festa? Adesso oltre a quattrocchi mi chiamano pure pidocchioso! mio cugino luca che fa la quinta, a ricreazione l’ha sentiti e dice che non dovrebbero chiamarmi così… io li lascio fare perché penso che prima o poi smetteranno.
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia.
Ho 11 anni e sto alle medie! Pure i nuovi compagni di scuola sono una banda di buontemponi! sono stato fortunato perché in classe mia ho trovato anche anche andrea rozzi cioè così almeno conosco qualcuno! Sono andato un po’ su di peso e così hanno cominciato a chiamarmi con dei nuovi simpatici appellativi: suppli’, bombolone, strofinaccio, cicciottone/ carta da parati, quattrocchi e zinnacchione/ puzza di piedi, cacone, calcinaccio/ sterco, pippa, sega, cicciabomba, palla e straccio.
Non è che mi fa piacere ma pazienza, se penso che Rinaldi lo chiamano vomito, a me è andata di lusso. L'altro giorno mi hanno buttato dentro a un cassonetto della mondezza! Sono riuscito fuori tutto sporco de sugo e avanzi. mio cugino Luca che è in terza mi ha visto, io per la vergogna mi sono accucciato nel cassonetto e tutti hanno riso. come ci torno a scuola domani…
Certe sere mi affaccio dalla finestra e mi chiedo come sarebbe volare via e sparire per sempre…. di sicuro non mi chiamerebbero più sterco…
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia.
Ho 14 anni e ho iniziato il liceo scientifico. In classe mia ci sono due gruppi…. e poi ci sto io. Ho capito che la cosa migliore è parlare il meno possibile così non mi vedono. Invece che palle non è servito a niente: mi hanno avvolto nel nastro adesivo, mi hanno bruciato i jeans con l’accendino e mi hanno disegnato un pene sulla fronte col pennarello indelebile. a causa di questo ultimo avvenimento a casa mia si sono accorti di quello che mi fanno a scuola . Mia madre ha fatto un sacco di storie. Poi mi hanno costretto a parlare con la psicologa. Perché in quel video su you tube non facevo bella figura. La verità è che mi vergognavo a parlare con i miei… la verità è che vorrei essere diverso… stamattina sono entrato nella palestra di scuola mia e ho puntato il più carogna dei miei compagni. L’ho guardato fisso negli occhi e ho pensato che volevo sconfiggerlo.
Così l’ho abbracciato… e ho vinto io.
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia.
»
(testo è di Massimiliano Bruno, riportato qui).
Nessun commento:
Posta un commento