Negli ultimi decenni la parola chiave è stata ‘più’: spendere di più, apparire di più, muoversi di più. È lo stile psicologico caratteristico dei periodi di espansione disordinata. Spendere più energie - in termini psicologia, più libido - di quelle di cui effettivamente si dispone. (...)
È proprio questo (...) uno dei guai della politica del più, dell’affastellare le esperienze: il rischiare di smarrirne il senso, di non vedere bene quelle più importanti (spesso ‘sottili’, discrete), che rimangono soffocate da quelle più vistose, o rumorose. (...)
Ci ritroviamo scarichi e depressi proprio quando spendiamo più energie di quelle di cui disponiamo, quando nell’ansia della corsa non onoriamo gli incontri preziosi (...). E in questo modo cancelliamo le opportunità di ricarica, che richiede ascolto attento dell’altro e della realtà. (...)
Il bisogno di misura, di abbassare i toni, di ascoltare le sfumature, è un tratto dell’attuale psichismo collettivo. Moltissimi (...) non hanno più voglia di sparare cannonate di energie, ma preferiscono dosarle con cura e attenzione. Non è depressione: è istinto di sopravvivenza.
*** Claudio RISE', psicoanalista di matrice junghiana, rubrica ‘psiche lui’, ‘Io Donna’, 24 gennaio 2009
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