32. Per cento. Uno su tre. Due su tre gli irresponsabili distratti di questo Paese in disfacimento morale. Ci fosse stato da commentare un plebiscito a favore della salvaguardia dell'ambiente, avrei attaccato la natura del quesito, la sua ambiguità, ma non avrò questo problema. Perché due italiani su tre non hanno ritenuto rilevante la questione, tanto da non prendere neppure parola.
Fosse stato per sfiducia nel suffragio, li comprenderei. Neanche io voto ormai, neghittoso e insofferente alla presa in giro del finto consenso. Ma qui, come troppo raramente accade nel Paese bello distrutto a morsi dai cani, c'era da contarsi, da misurare un sentimento collettivo verso ciò che di più caro abbiamo: l'ambiente dove viviamo. Ormai facciamo file chilometriche per comprare un nuovo oggetto, ma non sentiamo alcun richiamo per il nostro mare.
Perduta gente, spreconi di salute e di occasioni, italiani che non siamo più brava genìa, distratti, sciatti, votiamo come andiamo in spiaggia, lasciamo carte sporche sulle rive dove si arena l'orda dei migranti, con la scheda elettorale ci puliamo il sugo sulla bocca, e pare che nulla più valga la nostra attenzione. Per meritare quello che si invoca bisogna prima sentirlo, poi desiderarlo, o sarà sempre impossibile goderne.
Italiani irresponsabili, che dalle Terre dei Fuochi non traggono insegnamento, che delle Seveso, Acna, Tav non traggono indignazione. L'occasione per fare fronte, mandare un messaggio chiaro: "il Paese va difeso", l'abbiamo perduta. Non sarebbe servito a molto, lo so, per chi difende, ma sarebbe stato un ostacolo almeno simbolico per chi attacca, che dominava già, e ora ha un motivo in più per dilagare.
Brutta pagina della nostra storia. Sempre più vicini all'ultima.
*** Simone PEROTTI, scrittore, navigatore, 'facebook', 17 aprile 2016, qui
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