La psicologia non condivide le spiegazioni causa effetto dei fenomeni fisici. Le modalità di reazione sono innumerevoli e ciascuno vive a modo suo eventi che possono sembrare simili. L'importante è ammettere la sofferenza, elaborarla e condividerla senza ricorrere alle scappatoie della negazione. Solo quando si sia percorso il tunnel del dolore si può approdare alla luce di una ritrovata serenità e ottenere quel «plusvalore d'anima» che ci rende, nei confronti di se stessi e degli altri, più consapevoli, responsabili, empatici e generosi.
*** Silvia VEGETTI FINZI, 1938, psicologa e docente di psicologia dinamica, Si può ancora essere felici, Edizione I Corsivi Corriere della Sera, ebook, 2013.
Bisogna sempre toccare il fondo per trovare le spinta che ci fa risalire. In parole semplici, bisogna vivere il dolore in maniera costruttiva.
RispondiEliminaSì, credo che il dolore serva se lo facciamo servire. E dico questo senza nessuna mistica, più o meno cattolicheggiante, sul dolore. Perché è anche 'sano', se lo si può evitare, evitarlo. O, quanto meno, minimizzarlo (vedi, ad esempio, le cure palliative; o i grandi temi legati al fine-vita...). Ma pur sapendo che il dolore, come la gioia, fa parte del vivere.
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