Le trasformazioni sociali e culturali portate avanti dai vari movimenti per i diritti civili hanno successo quando la società riesce a negoziare concettualmente la nuova realtà sociale che avanza, a darle un senso, a trovarle un posto nelle proprie categorie mentali e morali riuscendo a ridurre la “dissonanza cognitiva” con il proprio sistema di valori. (...)
... il concetto antropologico di “matrimonio” non corrisponde a una categoria precisa, ma a una serie di pratiche sociali che hanno tra loro una somiglianza di famiglia. Non c’è un matrimonio “vero”, “giusto”, o più legittimo degli altri, solo miriadi di modi diversi di legittimare diversi legami sociali per scopi anch’essi diversissimi uno dall’altro. (...)
Ciò che va contro l’intuizione di alcuni non vuol dire che sia “contro natura”: il senso comune non ha nessuna autorità, se non quella di costringerci a pensare e a negoziare i nostri concetti spontanei per adattarli alla realtà sociale – o naturale, che evolve. Ricordiamoci che nel 1961, l’anno in cui nacque l’attuale presidente degli Stati Uniti Barack Obama, la miscegenazione, ossia la procreazione tra bianchi e neri, era un delitto, un atto “contro natura” punito ancora in 17 stati e definitivamente eliminato nel 1967.
Negoziare con le nostre intuizioni e un’operazione difficile, a volte dolorosa, che ci fa perdere a volte il rapporto più ‘naturale’ che abbiamo con il mondo, che passa attraverso il nostro senso comune. Usare la ragione significa essere capaci di fare evolvere il nostro senso comune, le nostre categorie, i nostri stereotipi e rinegoziare la realtà che ci sta davanti. E’ così che si va avanti e si fa andare avanti la società.
Nessun commento:
Posta un commento