A differenza di Renzi, che mostra rispetto per il Family Day, perché molti suoi organizzatori fanno parte del suo governo, io di questa iniziativa non ho rispetto alcuno. Essa dovrebbe radunare l'Italia cattolica moderata che vuole il rispetto della famiglia.
Questa definizione già fa venire i brividi, perché si associa subito a quei paesi musulmani, definiti moderati dal mondo occidentale, come l'Arabia Saudita. Paese che applica la Sharia, cioè considera i principi religiosi obbligatori per tutti e li consacra con l'uso diffuso delle pene corporali e di morte.
I moderati del Family Day vogliono imporci la loro Sharia cattolica, vogliono che la legge difenda e sanzioni la loro idea di famiglia, si oppongono all'eguaglianza dei diritti nel nome del loro Dio. Essi non sono religiosi, sono fanatici come quegli integralisti islamici contro cui in altri momenti chiamano alla guerra santa. Non ce l'hanno solo con i diritti delle coppie dello stesso sesso, ma con tutte le forme di libertà, a partire da quella delle donne che, afferma uno dei promotori della manifestazione, devono essere sottomesse ai maschi.
Perciò questi "moderati" attirano tutto il ciarpame sessista, fascista, razzista sparso per il paese, che sente aria di casa. Ma ciò che più disgusta di tutta questa gente è l'ipocrisia. Da quella di politici cinici e pluridivorziati che vedono nella massa del Family Day prima di tutto un bel serbatoio di voti, a prelati in disgrazia che così rilanciano la propria immagine pubblica, alle tanti e ai tanti per i quali la difesa della famiglia è tacere su violenze ed orrori che si nascondono dietro la rispettabilità della gente per bene.
Ipocriti sono gli organizzatori del Family Day anche quando affermano che altri sono i veri problemi del paese. È vero che la disoccupazione, le ingiustizie sociali crescenti, la distruzione della democrazia, la guerra, sono fatti ben più gravi. Ma i promotori del Family Day li scoprono solo quando la legge vorrebbe intervenire sul terreno presidiato dai loro fanatismi. Sono essi che depistano il paese dai problemi più drammatici, che forniscono copertura ideologica al governo che sta distruggendo la Costituzione, non chi vuole le unioni civili.
Ora mi si dirà che in piazza col Family Day, a proposito sempre l'inglese per nobilitare, ci sarà anche popolo in buona fede. Vero, era in buona fede anche il popolo che nel Medioevo applaudiva la caccia alle streghe. Poi nei secoli i popoli si sono emancipati lottando per l'eguaglianza e la democrazia. Ora si vorrebbe portarli indietro, da un lato sotto il dominio del capitalismo selvaggio, dall'altro sotto quello di chi proclama Dio Patria e Famiglia. Che separatamente sono anche rispettabili, ma presi assieme son sempre stati fonte di oppressione e orrori.
No, nessun rispetto per il Family Day.
*** Giorgio CREMASCHI, militante nei movimenti sociale e coordinatore del Forum Diritti Lavoro, Nessun rispetto per il family day, 'blog L'Huffington Post', 25 gennaio 2016
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