[D: Cosa le suscita la parola fede?]
«Una profonda e dolente indignazione. Essa è soltanto una desolante testimonianza della debolezza umana in cui convergono paura, calcolo, ignoranza puerile, desiderio di conforto e di servile appartenenza».
[D: Non le pare troppo tranchant? Dopotutto, la fede è anche abbandono, tormento, sete insaziabile]
«Guardo agli effetti della fede più che nel singolo nella coscienza collettiva. E vedo un collante per un potere sempre più smisurato».
[D: Se non nella fede dov'è la salvezza?]
«La vera salvezza, il vero ancorché effimero paradiso, è l'arte, il contatto con il Bello, con l'ordine, con l'autentico, con l'energia, con il coraggio della solitudine». (...)
[D: Lei non crede nel Paradiso. Cos'è allora l'Inferno?]
«L'Inferno è l'estinzione della libertà. Quando avevo meno di 11 anni mi ribellai alla religione, alla confessione, alla comunione, alla preghiera, all'obbligo di andare a messa. Dovevo sedere su un banco di chiesa e sentivo le lagne stonate e belanti di un gruppo di suore accovacciate su un banco vicino. Sapevo che, in realtà, era quello l'Inferno. L'oppressione praticata in nome di Dio. Non è quello che sta accadendo? Il nostro inferno è sempre più vicino, sempre più quotidiano».
[D: Lei non crede nel Paradiso. Cos'è allora l'Inferno?]
«L'Inferno è l'estinzione della libertà. Quando avevo meno di 11 anni mi ribellai alla religione, alla confessione, alla comunione, alla preghiera, all'obbligo di andare a messa. Dovevo sedere su un banco di chiesa e sentivo le lagne stonate e belanti di un gruppo di suore accovacciate su un banco vicino. Sapevo che, in realtà, era quello l'Inferno. L'oppressione praticata in nome di Dio. Non è quello che sta accadendo? Il nostro inferno è sempre più vicino, sempre più quotidiano».
*** Quirino PRINCIPE, 1935, musicologo, traduttore, saggista, intervistato da Antonio Gnoli, "Odio me stesso e odio ubblidre. Coltivo l'arte luciferna di dire no", rubrica 'straparlando', 'la Repubblica', 26 luglio 2015
Nessun commento:
Posta un commento