Era tanto tempo fa.
In bicicletta attraversavo i reparti di produzione e confezionamento. Mi guardavano tutti con curiosità. Forse anche con preoccupazione.
Ero stata assunta da due giorni e me ne andavo in giro con fierezza, come se raccogliere i cartellini marcatempo fosse un'impresa unica ed irripetibile. Avevo la gonna molto corta e le gambe forti e belle.
Sostituivo un ex militare che andava controllando che le persone marcassero in modo corretto la loro scheda
Prendevo la vita di petto ed anche il lavoro, Non ero ancora maggiorenne ma mi sentivo grande e padrona del mondo con quel posto in una grande azienda che per la città era il simbolo del benessere e della sicurezza
Mi avevano offerto di occuparmi dei cartellini orologio, non sapevo neppure cosa fossero, ma avevo accettato con entusiasmo. Ero fiera, orgogliosa, felice e sorridevo alla vita.
Mi piaceva girare nei reparti, mi piaceva guardare la gente lavorare ed associare ad ogni numero di matricola un volto.
Erano 370 persone.
Chi mi aveva preceduto diceva 370 cartellini.
Io dicevo 370 persone.
Quando mi fermavo nei reparti per sistemare i cartellini qualcuno, timidamente, mi veniva vicino per chiedere qualche spiegazione. Era il momento più bello della giornata.
Sono stata assunta di lunedì.
Giovedì, mentre ero in sala confezionamento, una
signora mi fa cenno.
Ho già imparato che loro non si possono muovere dalla catena di montaggio. Le bottiglie passano veloce e se loro si distraggono mettono in difficoltà i colleghi che sono a valle della linea. Ha bisogno.
Freno, lascio il segno della gomma, cioè inchiodo. La guardo e le dico "Buon giorno Olva, mi dica." Lei spalanca gli occhi, apre la bocca e, come se avesse assistito ad un miracolo, mi guarda con aria estasiata e mi dice "ma... lei conosce il mio nome!"
Ho deciso in quel momento, credo, che non avrei fatto, com'era nei sogni di bambina, l'avvocato.
Sono passati trcnt'anni e tante esperienze si sono susseguite ma non c'è stato giorni che non abbia ringraziato dentro di me l'Olva.
Uno dei più bei doni che la vita ti può dare e fare qualcosa che ami... ed essere pagato per questo.
Gli studi, la laurea, i corsi, sono stati finalizzati a questo.
Ho selezionato, gestito, formato, licenziato, ma sempre con la consapevolezza che di fronte c'era...Olva.
*** Isabella COVILI FAGGIOLI, già direttore del personale, consulente, presidente Associazione italiana per la Direzione del Personale (Aidp), L'importanza delle persone, da Isabella Covili Faggioli, Microsoluzioni. Piccole storie esemplari di vita d'azienda, Guerini, 2010
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