Abraham LINCOLN, 1809-1865
16° presidente degli Stati Uniti e 1° appartenente al partito repubblicano
Una citazione famosa.
E spesso ripetuta: forse anche come mantra per rassicurare gli ingannati di non essere stati ingannati.
Sempre più opinabile, però.
Specie oggi.
A due secoli di distanza.
Con altri uomini.
E con altre tecnologie di persuasione: inconfrontabili, quelle di ieri, con quelle sofisticate attuali.
E poi Lincoln non conosceva l'Italia, almeno quella del 900. E attuale.
Non ha conosciuto certi nostri politici acclamati leader e perfino statisti, campioni di vendita di un fumo più tossico di quello tossico.
E non conosceva gli italiani.
Sempre pronti a fare indigestione di quella fuffa retorica che riempie le pance di vuoto facendole sentire gonfie di pieno.
Mai stanchi di credere in qualcuno, a lui affidandosi in toto, forse anche perché credono poco in se stessi, come individui e come comunità.
E di fatto incapaci, nella maggioranza, di esercitare quel pensiero critico che distingue un suddito da un cittadino.
E di fatto incapaci, nella maggioranza, di esercitare quel pensiero critico che distingue un suddito da un cittadino.
*** Massimo Ferrario, per Mixtura
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