Le sedute si susseguono, ma senza progressi.
Un giorno, lo psichiatra ha un’idea.
Chiede all’uomo:
«Secondo lei, gli uomini morti sanguinano oppure no?».
L’uomo, un po’ stizzito, risponde:
«Che domanda! Per chi mi ha preso? E’ ovvio che i morti non sanguinano».
Lo psichiatra prende uno spillo e punge l’uomo sul braccio.
«Vede...?» dice lo psichiatra guardando la goccia di sangue che esce dal braccio.
«Lei sta sanguinando. Quindi non è morto».
L’uomo osserva, ma non reagisce.
«Allora?», incalza lo psichiatra.
Silenzio.
Lo psichiatra insiste.
«Scusi, un attimo fa, non mi aveva detto che i morti non sanguinano?»
L’uomo sfugge lo sguardo, ma lo psichiatra continua a fissarlo.
Lo psichiatra riprende:
«Se lei sta sanguinando, non può essere morto. Mi pare chiaro, non le sembra?».
Allora l’uomo sbotta:
«D’accordo, ha ragione lei, dottore. Sto sanguinando. E invece le avevo detto che i morti non sanguinano».
Lo psichiatra, soddisfatto, tende a chiudere l’episodio.
«Del resto succede a chiunque di sbagliare. Non è grave, non si preoccupi: nessuno ha sempre ragione».
E il paziente, calmissimo:
«Mai detto di aver sempre ragione, dottore. Io le sto dicendo semplicemente che sono morto, non che ho sempre ragione».
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