Un recente studio sul rapporto tra sesso e felicità sta suscitando grande interesse da parte dei mezzi d’informazione, probabilmente perché parla di sesso, e per le aziende dell’informazione assetate di traffico ricevere un enorme numero di clic con una storia sul sesso è meglio del sesso stesso.
La principale conclusione dello studio è che un’attività sessuale più intensa non ci rende automaticamente più felici. Anzi, contrariamente a quello che pensa la maggior parte dei ricercatori, e anche di quelli che lo praticano, spesso ci fa stare peggio.
L’esperimento funzionava così. Su 128 coppie reclutate la metà doveva raddoppiare l’attività sessuale, poi tutti i soggetti dovevano compilare ogni giorno per tre mesi un questionario sulla loro vita amorosa e il loro livello di felicità. Forse avrete già capito qual è stato il problema. E in realtà anche gli autori dello studio ne erano consapevoli. Il modo migliore per descrivere i risultati potrebbe essere questo: quando quattro professori della Carnegie Mellon university di Pittsburgh ti ordinano di fare più sesso e di riempire un modulo ogni giorno, è difficile sentirsi più felici. (...)
Siamo arrivati ad attribuire tanta importanza all’autonomia, che dover leggere un capitolo di un libro o conversare con un amico finisce per sembrarci un’imposizione, mentre controllare furtivamente il cellulare ci sembra un’affermazione di indipendenza.
Ma ci sono cose che contano più della libertà di seguire i propri capricci. Le maggiori soddisfazioni della vita spesso richiedono la capacità di continuare a fare qualcosa pure quando abbiamo la sensazione che sia un dovere opprimente (...)
*** Oliver BURKEMAN, giornalista britannico, Il sesso è bello se non è un dovere, 'internazioanale.it', 21 luglio 2015
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