Non c’è stereotipo rinfacciato agli immigrati di oggi che non sia già stato rinfacciato, un secolo o solo pochi anni fa, a noi. (...)
Perfino l’accusa più nuova dopo l’11 settembre, cioè che tra gli immigrati ci sono ‘un sacco di terroristi’, è per noi vecchissima: a seminare il terrore nel mondo, per un paio di decenni, furono i nostri anarchici. Come Mario Buda, un fanatico romagnolo che si faceva chiamare Mike Buda e che il 16 settembre 1920 fece saltare per aria Wall Street fermando il respiro di New York ottant’anni prima di Osama Bin Laden. (...) ... furono contati 33 morti, oltre 200 feriti e danni per 2 milioni di dollari dell’epoca. Il più sanguinoso attentato di tutti i tempi, e lo sarebbe rimasto fino alla strage di Oklahoma City, nella storia degli Stati Uniti.
*** Gian Antonio STELLA, giornalista, saggista, scrittore, L’orda. Quando gli albanesi eravamo noi, Rizzoli, Milano, 2002.
Oh, miei piccoli amici, voi, i figli dell’infortunio, povero bestiame muto e manipolato, sfruttati fino al limite della esistenza umana e a volte oltre, spinti dalla dura necessità al crimine e al furto, che vivete quasi nella miseria, che lavorate con la testa stoicamente china sotto il sole del quale non potete nemmeno godere i frutti; voi, gli operai senza qualifica dell’industria, voi, i bambini privi di educazione, in cui le emozioni e le passioni sono più forti del cervello e della volontà, come ve la caverete in America, terra di pionieri vivi, svegli, audaci e bravi a trarsi d’impaccio? Potrà l’America darvi l’intelligenza?
*** Elizabeth FRAZER, 1877-1967, giornalista statunitense, Le nostre città straniere, ‘Saturday Evening Post’, 16 giugno 1923, citata da Gian Antonio Stella, L’orda. Quando gli albanesi eravamo noi, Rizzoli, Milano, 2002.
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