Gli adolescenti leggono e si informano e lo cercano attraverso YouTube e i social network che ormai veicolano tutte le informazioni soprattutto attraverso le condivisioni degli utenti.
Tutti i giornali hanno la pagina Facebook, tutti i quotidiani e i settimanali linkano le loro notizie sui social network. Troppi siti di disinformazione, di notizie palesemente false e tendenziose che calamitano l’attenzione del lettore semplicemente dando voce alla rabbia e alla frustrazione del popolo del web soprattutto davanti alle ingiustizie.
I giovani sono curiosi e cercano qualsiasi cosa sul web: sesso, immagini della violenza, cose divertenti, senza censura, comportamenti bizzarri e pericolosi dei più giovani a completo rischio di emulazione, senza nessun filtro. Ridono e si divertono nel vedere qualcuno farsi male, cercano video estremi e seguono i loro idoli attraverso le immagini strumentali che pubblicano la maggior parte dei vip nei social, sognando vite meravigliose e corpi statuari.
Si sa che la maggior parte delle persone legge a malapena il titolo di un articolo, che la connessione media è molto limitata, rapida e porta ad una lettura superficiale. Titoli accattivanti e talvolta fuorvianti per attirare l’attenzione del lettore, con il rischio che si crei disinformazione perché i ragazzi (e non solo) riportano la notizia spesso solo in base solo al titolo. Troppe notizie di cronaca nera, omicidi, egoismo, violenza, cattiveria gratuita troppe volte impunita anzi spesso strumentalizzata dai media per lo share.
Ci siamo mai domandati che peso abbiano la ripetitività e la costanza dei messaggi mediatici che vengono mandati su un psiche ancora in formazione?
Non tutti i ragazzi sono muniti di scudo e armatura per difendersi e non hanno ancora sviluppato una capacità critica e di analisi di quello che leggono. Gli adolescenti NON hanno ancora un pensiero critico tale da fungere da filtro adeguato, sono impulsivi per via di alcune aree cerebrali che terminano lo sviluppo intorno ai 20-25 anni e hanno difficoltà nella gestione delle emozioni. Sono quindi condizionabili, hanno una scarsa capacità di contestualizzare e vanno di fretta, leggono in superficie, condividono quello che condividono gli altri, si fermano al contenitore, ai titoli e raramente vanno oltre.
Significa che basta usare le parole giuste per arrivare a loro e catturare automaticamente la loro attenzione. Purtroppo queste parole giuste sono usate dai groomer, da coloro che gestiscono determinate comunità come siti pro ana (pro anoressia), autolesionismo ecc…. Scommesse online e sfruttamento della prostituzione minorile per adescare altri minori. Per loro è verità e non hanno gli strumenti interni adeguati per gestire questo attacco mediatico e digitale.
Non sono supportati da una scuola in grado di stare dietro ai tempi e da una famiglia in grado di analizzare i danni che può creare una comunicazione sbagliata o strumentalizzata. Gli adulti dovrebbero fare da filtro per evitare di fargli arrivare addosso ciò che potenzialmente può scoraggiarli, abbatterli e deviarli.
*** Maura MANCA, psicoterapeuta, Effetto della disinformazione media-mediata sulla psiche dei ragazzi, blog 'L'espresso', 3 febbraio 2016, qui
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