domenica 15 novembre 2015

#SGUARDI POIETICI / I poeti e noi (M. Ferrario)

I poeti si chiamano poeti perché 
amano ‘poiein’:
il loro mestiere è 
creare, comporre, costruire 
attimi, bagliori, scintillii,
in bilico su impalcature lievi, aeree, sospese come 
fili nel cielo per l’acrobata,
da percorrere con il fiato trattenuto,
il turbamento nel cuore e lo sguardo in avanti.

I poeti costruiscono
emozioni, risonanze, incanti.

I poeti costruiscono
domande, incertezze, esitazioni.

I poeti costruiscono
sdegno, rivolta, speranza.

I poeti costruiscono
amori, magie, seduzioni. 

I poeti costruiscono
ponti, ancore, orizzonti.

E’ dei poeti dare anima all’anima
e costruire un mondo per l’anima.

E’ di tutti noi investire quel mondo
nel mondo 
e fare del mondo che c’è
quel mondo diverso
che ci sarà.

Forse,
sperabilmente.

*** Massimo Ferrario, I poeti e noi, 2014, 'losguardopoIetico', 6 settembre 2014, qui. - Testo rivisto per Mixtura, 2015


2 commenti:

  1. "E’ dei poeti dare anima all’anima
    e costruire un mondo per l’anima."
    Immagine poetica potente; per certi "versi" struggente, se poi si pensa che, come tanti beceri Faust, siamo pronti a venderla. L' anima.

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  2. Quanto hai ragione, Paolo...
    Vendiamo l'anima perché non sappiamo più cos'è.
    E anche per questo il mondo rischia di restare senz'anima.
    Sembra retorica, lo so.
    Eppure, se lo sembra, bisognerebbe fare attenzione: può essere proprio un indizio del fatto che ce la stiamo perdendo, l'anima.
    Sempre sul tema, in Mixtura ho diffuso uno 'sguardo' a luglio di quest'anno. Niente di speciale, come tutte le cose che scribacchio. Ma anche questa cosa, a me, era venuta da dentro...
    Ecco il link:
    http://masferrario.blogspot.it/2015/07/sguardi-poietici-ci-siamo-venduti.html

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