Trovare resistenza, lasciare il segno dei denti.
Inghiottirne l’essenza, sentire il nutrimento
che dolcemente invade il sangue.
Ma il tempo scorre, invisibile fiume.
Mi fruscia intorno. A portata di mano
mi passa un pesce-favola, una pepita d’oro
già risucchiata in vortici.
*** Maria Luisa SPAZIANI, 1922-2014, poetessa, La pepita, da I fasti dell’ortica, Mondadori, 1996.
Anche in 'Lettera in versi', newsletter di 'Bombacarta', n. 40, dicembre 2011, qui
In Mixtura 1 altro contributo di Maria Luisa Spaziani qui
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