venerdì 4 settembre 2015

#VIDEO / Il prezzo della vergogna (Monica Lewinsky)


Monica LEWINSKY, psicologa statunitense 
nota per la relazione con Bill Clinton
Il prezzo della vergogna, Ted, marzo 2015
video, 22.min30
(oltre 5milioni e mezzo di visualizzazioni)

«Nel 1998, dice Monica Lewinsky, sono stata il paziente zero a perdere la reputazione su scala globale, quasi istantaneamente».
Oggi, la vergogna pubblica online che lei ha vissuto, è diventata una costante.
(dalla presentazione Ted)

Si può pensare quello che si vuole di Monica Lewinsky: e anche lei ha senz'altro avuto modo di pensare il peggio di se stessa. Ma questo intervento merita di essere seguito: per i contenuti (che dovrebbero toccare chiunque), per lo stile (misurato, pacato, ma anche emozionalmente intenso), per il coraggio.
Al termine riceve una standing ovation. Giustamente. (mf)

Sul caso Monica Lewinsky

«
Nel 1998, ho perso la reputazione e la dignità. Ho perso quasi tutto e ho quasi perso la vita.
Vi faccio un quadro. È settembre del 1998. Sono seduta in un ufficio senza finestre nell'ufficio dell'Office of the Independent Counsel sotto il ronzio di luci fluorescenti. Sto ascoltando il suono della mia voce, la mia voce in telefonate registrate di nascosto che una presunta amica mi aveva fatto un anno prima. Sono lì perché sono stata convocata per autenticare personalmente tutte e 20 le ore di conversazione. Negli ultimi otto mesi, il misterioso contenuto di quei nastri era sospeso sopra la mia testa come una spada di Damocle. Chi può ricordare cosa ha detto un anno prima? Impaurita e mortificata, ascolto, ascolto mentre chiacchiero del più e del meno della giornata; ascolto mentre confesso il mio amore per il presidente, e, naturalmente, il mio strazio; mi ascolto talvolta maligna, talvolta volgare, talvolta stupida, crudele, spietata, rozza; ascolto, vergognandomi profondamente, la peggior versione di me stessa, una persona che non riconosco neanche.
Qualche giorno dopo, lo Starr Report viene reso pubblico al Congresso, tutte le registrazioni e le trascrizioni, quelle parole rubate, ne fanno parte. Che la gente possa leggere le trascrizioni è già abbastanza orrendo, ma qualche settimana dopo, le registrazioni audio vengono trasmesse in TV, e parti significative vengono rese disponibili online. L'umiliazione pubblica è stata straziante. La vita era quasi insostenibile.
Non era una cosa che accadeva regolarmente nel 1998 intendo il furto delle parole e delle azioni private della gente, le conversazioni o le foto, e renderle pubbliche -- pubbliche senza consenso, pubbliche senza contesto, e pubbliche senza compassione.
Dodici anni dopo, nel 2010, i social media sono nati. Il panorama è tristemente più popolato da casi come il mio, che qualcuno abbia fatto un errore o meno, e vale per personaggi pubblici e privati. Le conseguenze per qualcuno sono diventate davvero tremende. (...)

Parliamo tanto del nostro diritto alla libertà di espressione, ma dobbiamo parlare di più della nostra responsabilità nella libertà di espressione. Vogliamo tutti essere ascoltati, ma riconosciamo la differenza tra parlare con intenzione e parlare per attenzione. Internet è l'autostrada dell'identità, ma online, mostrare empatia nei confronti degli altri avvantaggia tutti e aiuta a creare un mondo migliore e più sicuro. Dobbiamo comunicare online con compassione, consumare notizie con compassione, e cliccare con compassione. Immaginate di percorrere i titoli della vita di qualcun altro. 
Vorrei concludere con una nota personale. In questi ultimi nove mesi, la domanda che mi è stata fatta più di frequente è perché. Perché ora? Perché sono rimasta nascosta? Potete leggere tra le righe di queste domande, e la risposta non ha niente a che fare con la politica. La risposta principale è stata ed è: perché è il momento di smettere di girare intorno al mio passato; è il momento di smettere di vivere una vita di disonore; e riprendere in mano la mia vita.
Non si tratta di salvare me stessa. Chiunque patisca vergogna e pubblica umiliazione deve sapere una cosa: si può sopravvivere. So che è difficile. Può non essere indolore, veloce o facile, ma potete insistere su una fine diversa della storia. Abbiate compassione per voi stessi. Meritiamo tutti compassione, e di vivere sia online che offline in un mondo più compassionevole.

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