Per intellettuale si deve intendere soprattutto uno che sia capace di riflettere criticamente su se stesso e sul proprio rapporto con il mondo. Non è detto debba essere ad esempio solo un filosofo, un letterato o un sociologo. Non vedo perché non potrebbe essere invece un dentista o un operaio. Nessuno, e dunque nemmeno un letterato, un filosofo o altri può essere certo di essere sempre capace di spirito più autocritico e più illuminato di altri. Un letterato totalmente assorbito nel meccanismo di pubblicazione-recensione, dibattito, premi e privo di distanza nei confronti di tale meccanismo è come un operaio alla catena di montaggio. Bisogna vedere come si vive il proprio lavoro, con o senza una coscienza critica.
*** Claudio MAGRIS, scrittore, germanista, già docente di letteratura tedesca nelle università di Torino e Trieste, intervistato da Alain Elkann, rubrica ‘Domenica con’, ‘La Stampa’, 22 febbraio 2009.
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