Il Partito democratico, con l'artificio retorico della rottamazione è con il pretesto di essere di sinistra, sta dando forma a quella che Giorgio Bocca, ai tempi del governo Berlusconi, chiamava "democrazia autoritaria". Il premier Renzi, con i suoi annunci studiati ad arte per comunicare l'urgenza di riformare il Paese, è riuscito dove il Cavaliere aveva fallito: ha anestetizzato tutte le opposizioni, anche quella interna. In questa situazione, l'unico ostacolo reale in Parlamento è quello dei 5Stelle, che però, spesso, hanno dimostrato di non riuscire a incidere fino in fondo, mentre la sinistra radicale è occupata con questioni di lana caprina che la tengono, ormai da troppo tempo, lontana dalle piazze e dagli elettori. Il risultato è che questa finta sinistra, più ignobile della destra, - sotto silenzio - farà passare una riforma del Senato che offende i cittadini perché li delegittima del potere conferitegli dalla Costituzione stessa. La stessa legge-bavaglio è lo specchio del renzismo: impedire alla stampa di andare fino in fondo per censurare i gufi che disturbano il rinnovamento imposto dal governo.
*** Moni OVADIA, autore e attore teatrale, saggista, Era il progetto del Cavaliere: ogni opposizione è annichilita, in Bavaglio: non lo mette il Caimano, la sinistra non protesta, a cura di Davide Milosa e Caterina Minnucci, 'Il Fatto Quotidiano', 25 settembre 2015
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Coloro che protestavano anni fa contro Berlusconi, cioè noi, si sono stancati. Quando porti un milione di persone in piazza San Giovanni e non hai riscontro, alla fine ti stanchi. E poi c'è la pregiudiziale che gioca sempre a favore della sinistra, che è sempre migliore an¬che se fa le stesse cose. Quanto alle intercettazioni, però, che la magistratura abbia il diritto di farle è fuori discussione. Non è così per le pubblicazioni. Perché durante la fase incerta delle indagini possono rimanere impigliate persone che poi non saranno rinviate a giudizio o peggio non c'entrano. Mi ricordo un caso della cosiddetta Tangentopoli-due, quella che coinvolse il presidente delle Ferrovie Lorenzo Necci, in cui fu pubblicata la vicenda di una ragazza che si era offerta al finanziere Pierfrancesco Pacini Battaglia. La ragazza fu sputtanata. E abbiamo esempi più recenti. Le pubblicazioni delle intercettazioni dovrebbero avvenire solo di fronte a un rinvio a giudizio. Nel vecchio codice Rocco l'istruttoria era segreta e il dibattimento pubblico. Bisognerebbe tornare alla fase in cui l'istruttoria resta segreta.
*** Massimo FINI, giornalista, saggista, Non cambia nulla, anche chi si è sempre ribellato è stanco, in Bavaglio: non lo mette il Caimano, la sinistra non protesta, a cura di Davide Milosa e Caterina Minnucci, 'Il Fatto Quotidiano', 25 settembre 2015
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Rileggere quello che scrivevano e dicevano i nostri politici di sinistra quando a provare a mettere il bavaglio era Berlusconi, indigna, ma non sorprende. Un po' perché da sempre invecchiando molti inchiostri tendono al nero. E tanto perché, salvo eccezioni, il principale fine di ogni Potere è quello di eternare se stesso. Più interessante è invece osservare ciò che accade nei media e nella cosiddetta società civile. Le scarse reazioni alla censura preventiva voluta dall'esecutivo sulle intercettazioni e alla zoppicante e pericolosa riforma costituzionale, può invece essere in parte spiegata con la frase con cui il presidente Franklin Delano Roosevelt difese il dittatore nicaraguense Anastasio Somoza: "E un figlio di puttana (in questo caso il governo, ndr), ma è il nostro figlio di puttana". Un atteggiamento diffuso a sinistra come a destra, a cui fa da contraltare uno storico errore di quasi tutti i movimenti: alzare troppo spesso i toni finché, quando urlare serve per davvero, nessuno o quasi ascolta più.
*** Peter GOMEZ, giornalista, saggista, direttore de 'ilfattoquotidiano.it', ha prevalso il principio Somoza del 'nostro figlio di puttana', in Bavaglio: non lo mette il Caimano, la sinistra non protesta, a cura di Davide Milosa e Caterina Minnucci, 'Il Fatto Quotidiano', 25 settembre 2015
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