I molestatori digitali dispongono, ormai, di un arsenale. In qualche caso, bisogna essere pazienti: prima o poi impareranno a usarlo. Facebook è un amplificatore: i cafoni sono diventati cialtroni, i perdigiorno buttano via gli anni. Twitter è la macchina della verità: la sintesi rivela la bontà delle idee o l’assenza delle medesime. Dotare un esibizionista di un account Instagram è come fornire un microfono a Maurizio Landini o una telecamera a Giorgia Meloni: una tentazione irresistibile. Alcuni strumenti, però, hanno ormai una certa età: dovremmo aver imparato ad utilizzarli. Non è così, purtroppo. (...)
Sei cose da ricordare prima di cliccare il tasto «Invia»:
1) Una casella di posta elettronica non è un luogo intimo, ma è privata. Prima di entrare, chiedetevi: mi hanno invitato? O almeno: sarò gradito?
2) Entrereste in casa d’altri scaricando un baule nell’atrio? Ecco: evitate allegati, se non sono strettamente necessari.
3) L’«oggetto» non è un optional. È un biglietto da visita e un segnalibro: servirà a trovare la pagina.
4) Non è obbligatorio rispondere a ogni mail. Ed è vivamente sconsigliato rispondere d’impulso, se qualcosa vi ha turbato. Quasi certamente, ve ne pentirete.
5) Una risposta si può chiedere o sperare; non pretendere, né sollecitare.
6) Scrivete se avete qualcosa da dire, e ricordate una cosa fondamentale: potete anche non dirlo. Per esempio, volete davvero scrivermi per commentare questo commento? È l’ultima domenica d’estate: staccate le dita dalla tastiera e alzate gli occhi al cielo.
Io l’ho appena fatto, dopo aver visto il numero di mail arrivate tra ieri e oggi.
*** Beppe SEVERGNINI, giornalista e saggista, Email: sei cose da ricordare prima di cliccare il tasto «Invia», 'Correire della Sera', 20 settembre 2015
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Sempre in Mixtura, 1 altro contributo di Beppe Severgnini qui
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