Proverò a descrivervi come mi sento, ma non so se la metafora è calzante. Quando un ragno tesse la tela, non lancia forse i fili principali davanti a sé e ci si arrampica poi sopra? La strada maestra della mia vita è tracciata per un lungo tratto davanti a me e arriva già in un altro mondo. È proprio come se tutte le cose che succedono e che succederanno qui fossero già, in qualche modo, messe in conto dentro di me, le ho già vissute ed elaborate e già partecipo alla costruzione di una società futura. La vita qui non consuma troppo le mie forze più profonde – fisicamente forse si deperisce un po’ e spesso si è immensamente tristi, ma il nostro nucleo interiore diventa sempre più forte. Vorrei che fosse così anche per voi e per tutti i miei amici, è necessario, dobbiamo ancora condividere molte esperienze e molto lavoro. Perciò vi raccomando: rimanete al vostro posto di guardia se ne avete già uno dentro di voi, e per favore non rattristatevi né disperatevi mai per me, non c’è motivo.
*** Etty HILLESUM, 1914-1943, scrittrice olandese di origine ebraica, uccisa ad Auschwitz, Lettere 1941-1943, Adelphi, 2013
Sempre in Mixtura, una mia recensione al libro di Etty Hillesum, Lettere 1941-1943, qui
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