(dal web, via linkedin)
«Pulisciti la mente dai non si può»
Condivido.
Condivido.
Poi, però, nella mente, ficcaci quei 'non si può' che davvero sono dei non si può.
Perché esistono, i non si può.
Esistono eccome. E non sono neppure pochi.
Forse non sono tutti quelli che crediamo, perché anche l'impotenza ha i suoi lati di comodità: ci esenta dall'azione.
Però, cadere nell'onnipotenza è come cadere dalla padella nella brace.
Esistono eccome. E non sono neppure pochi.
Forse non sono tutti quelli che crediamo, perché anche l'impotenza ha i suoi lati di comodità: ci esenta dall'azione.
Però, cadere nell'onnipotenza è come cadere dalla padella nella brace.
I bambini sono onnipotenti: ma hanno l'anagrafe che gli dà ragione. Ad una certa età, l'onnipotenza segnala che non si è raggiunta quella certa età.
E i danni che ne conseguono sono ben peggiori.
Basta guardarsi in giro.
E i danni che ne conseguono sono ben peggiori.
Basta guardarsi in giro.
Banale.
Eppure, questa banalità andrebbe ricordata a quei capi che nella realtà ripetono a pappagallo che 'non si deve dire problema'. E penalizzano un collaboratore che non dice, al suo posto, 'opportunità'.
Andrebbe ricordata a chi ripete stupidaggini come 'volere è potere'.
O come 'basta la volontà e l'impossibile diventa possibile'.
Se smettessimo di credere in simili superficialità, allora sì che ci puliremmo la mente.
E non sporcheremmo le menti altrui.
Se smettessimo di credere in simili superficialità, allora sì che ci puliremmo la mente.
E non sporcheremmo le menti altrui.
Lo "spillo" mi spills una reminiscenza dantesca: "Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole/ di piú non dimandare " Il significato in prosa è più o meno "Questa è la volontà di chi detiene il potere, non chiedere altro" (si vuol così là, dove si può). Nel linguaggio comune l'espressione viene usata per indicare (anche in maniera sarcastica) la volontà di qualcuno che non può essere messa in discussione, cioè l'ordine di un superiore che ha il potere ultimo di decisione, contro il quale ogni lamentela è inutile, sottintendendo quindi a una gerarchia inoppugnabile. Il "colà" inteso come luogo dove si decide, assomiglia per analogia a quello dell'espressione della cosiddetta "stanza dei bottoni".
RispondiEliminaVero. D'accordo con te e con Dante.
RispondiEliminaMa è tutto vero semplicemente perché noi vogliamo che sia vero. Lasciando che si continui a volere «colà dove si puote ciò che si vuole»: se 'noi' provassimo a far sì che anche noi 'si possa qualcosa', Dante comincerebbe ad avere torto. E il potere si sposterebbe da 'colà' a 'qui'.
Ma forse, se non lo facciamo, ci va bene così.
E il sommo poeta torna ad avere ragione.